Chi la spunterà?
Ha cominciato Twitter. Da quando il social network dei cinguettii è stato acquistato da Elon Musk, molto è cambiato e, fra le modifiche, di non secondaria importanza è stata l’introduzione di Twitter Blu, l’abbonamento grazie al quale non solo si può mettere il profilo al riparo dei fraintendimenti grazie alla certificazione costituita dalla spunta blu, ma, per una somma non troppo modica di 8 dollari al mese, si ottengono rilevanti vantaggi fra i quali la possibilità di vedere i propri contenuti suggeriti dall’algoritmo anche a coloro che non siano già follower. Per tutti gli altri, se la condanna ad una minor visibilità non è certa – hashtag e ricerche sono ancora disponibili – “la pacchia” avrà pensato il buon Elon, “è finita”. Non l’ha presa bene, dalle nostre parti, Rosario Fiorello e a molti l’idea di pagare il miliardario texano non è andata davvero giù.
Facebook e Instagram stanno seguendo. Non ancora disponibile in Italia, la tanto agognata spunta blu era finora riservata alle celebrità, alle grandi aziende e a coloro la cui identità potesse essere oggetto di comprovati fraintendimenti, lasciando in molti il dispiacere di non riuscire a ricevere un segno di autorevolezza, per quanto privo di concreti vantaggi. In Australia e Nuova Zelanda è oggi possibile acquistare il badge per un importo che varia dagli 8 agli 11 dollari al mese, ma non è ancora chiaro se tale misura arriverà anche in Italia e con quali servizi aggiuntivi, di visibilità o di servizi. Difficile pertanto giudicare se ne possa valere effettivamente la pena.
Quel che è certo invece è che le spunte, un tempo manifestazione di riconoscimento, sono la via attraverso la quale i social media stanno modificando la propria natura ed introducendo elementi a pagamento sempre più pronunciati. Del resto, il fenomeno OnlyFans ha dimostrato, nel mondo dell’adult, che i follower sono disposti a pagare per accedere a contenuti premium e le piattaforme digitali non hanno alcuna intenzione di rinunciare a questa opportunità, ma anzi vedono il proprio futuro al servizio di abbonamenti ed esclusive veicolati direttamente o attraverso gli influencer. Tanto più in un mondo dove le norme sulla privacy stanno stringendo sempre più le viti attorno alla pubblicità basata su interessi e comportanti che finora ha fatto la fortuna dei social network.
Ecco i principali vantaggi di Twitter Blue:
- modificare i tweet pubblicati entro 30 minuti;
- dimezzare gli annunci pubblicitari a cui si è esposti;
- pubblicare tweet più lunghi di 280 caratteri, fino a 4.000 caratteri;
- ritirare un tweet una volta inviato, ma prima che sia visibile agli altri su Twitter;
- avere una priorità nelle conversazioni e nelle ricerche;
- caricare video più lunghi fino a una durata massima di circa 60 minuti e con una dimensione massima di 2 GB.
Ecco invece i vantaggi della spunta su Facebook e Instagram (“Meta Verified”):
- usufruire di un supporto dedicato;
- beneficiare di un monitoraggio degli account falsi;
- avere maggiore evidenza nei commenti pubblicati sotto i profili degli altri account;
- essere messi in risalto nei contenuti popolari.
Ad alcuni utenti selezionati su Instagram è stata poi resa disponibile l’introduzione di abbonamenti a contenuti esclusivi, riservati ai follower paganti.