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    “Alessandria
    Il negozio chiuso da cui nasce il post del commerciante
    Economia, Società
    Marcello Feola  
    30 Agosto 2023
    ore
    20:01 Logo Newsguard
    La discussione

    “Alessandria è cambiata. Certi affitti sono assurdi”

    "Penso sia meglio guadagnare un po’ meno, ma almeno dare l’opportunità ad Alessandria di rifiorire"

    Il commerciante Andrea Calandruccio: "Arrivo da fuori, ho creduto in questa città e ci sto bene. Ma bisogna guardarsi in faccia"

    ALESSANDRIA – “Mi sono trasferito ad Alessandria la prima volta per lavoro, la seconda per scelta. Ci sto bene, pur venendo da una città come Roma che ha da offrire molto, moltissimo di più. L’ho vissuta in lungo e in largo. Ho trovato tanti amici, un’accoglienza e un rapporto fra le persone che nelle grandi città è difficile da raggiungere. Scrivo però questo post per fare una critica, precisamente a chi forse inconsciamente non vuole bene a questa città“. Quello di Andrea Calandruccio, commerciante di via Vochieri (Hableta, negozio di calzature, ndr), non è uno sfogo. Ma una riflessione profonda sulla nostra realtà.

    “Nella foto (che pubblichiamo anche noi, ndr) trovate un negozio emblematico di Alessandria, la Casa del Poke House. E fino a qualche anno prima lì c’era Grom. Ecco, da un paio di giorni è scomparsa anche quest’azienda, famosa in tutto il mondo. Con un fatturato di 100 milioni di euro e aperture di punti vendita a settimana. Ripeto: questi aprono un negozio a settimana”.

    “Città cambiata. Ma…”

    “La città è cambiata, bisogna guardarsi in faccia – prosegue – Il ceto medio è sparito e il divario tra ricchi e poveri è aumentato. Se vi fate una passeggiata per il centro, troverete 4/5 negozi sfitti in via dei Martiri, di cui uno da più di 3 anni. In piazzetta quello più in vista (Tim, ndr) è chiuso. Sul corso perderete il conto delle vetrine sfitte. Beh, io qualche chiamata in giro l’ho fatta e ho chiesto il costo degli affitti”.
    Andrea Calandruccio

    Andrea Calandruccio

    Risultato? “Senza entrare nelle cifre, sono a livelli che anche le grandissime aziende con fatturati milionari, se non miliardari, non sono pronti a investire in questa città. Non capite che tenendo un negozio sfitto per tre anni non fate altro che squalificare sia il vostro negozio, sia tutta la via? L’ingordigia vi farà strozzare… Penso sia meglio guadagnare un po’ meno, ma almeno dare l’opportunità ad Alessandria di rifiorire. Di attrarre grandi aziende e grandi marchi. Non avremo magari il bisogno di Gucci e Saint Laurent su corso Roma, utopia… Ma dare l’opportunità a qualche cittadino o qualche azienda di far diventare nuovamente attraente questo posto”.

    “Ci ho creduto”

    “Io ci ho creduto – conclude Calandruccio – Ho cercato e ho aspettato l’affare, aprendomi un negozio che si potesse sostenere nei costi. Ma se intorno si crea il deserto, diventa difficile per tutti. Sentiremo sempre di più di persone che si fanno un’ora di macchina per andare a Milano o Serravalle. Perché ad Alessandria non c’è niente da vedere. Spero arrivi a quelle persone che chiedono 4/5/6/7 mila euro al mese in una città che non può più spendere queste cifre. E scusate per il sermone”.

     

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