Alessandria – Giana, Banchini: “Questa gara ci servirà da lezione”
"Avanti 1-0 bisogna anche accontentarsi, senza strafare". Per il tecnico: il contributo di chi è entrato non ha alzato ritmo e intensità"
ALESSANDRIA – Rabbia? Tanta, tantissima, soprattutto per chi, come Marco Banchini, alla vigilia aveva ribadito che al Moccagatta è ammesso un solo risultato, e se non aveva digerito il ko con la Triestina, figuriamoci questo con la Giana Erminio, ben oltre i titoli di coda, due reti in dieci minuti, con un po’ di ‘complicità’ dell’Alessandria.
“Nel calcio, quando si pensa di avere la situazione sotto controllo, succede qualcosa che non permette di difenderla come si vorrebbe”. Eppure era prevedibile che la Giana avrebbe cercato la profondità: lo aveva già fatto nel primo tempo, “hanno provato ad allungarci, si è visto anche nell’azione che ha portato all’ammonizione di Rota”.
Meglio l’Alessandria dei primi 45′ e il punteggio avrebbe potuto essere più ampio senza un paio di interventi decisivi di Magni, classe 2005, al debutto tra i pali. “Abbiamo creato e abbiamo anche concretizzato. Poi, nei 90′, si passa anche attraverso alcuni errori“. Come nell’azione del rigore, netto, ma evitabile, perché il movimento di Fumagalli poteva essere gestito diversamente, o nell’azione del raddoppio, con la difesa troppo alta.
Però, anche, in alcuni cambi: vero che Rota era ammonito e ci poteva essere il rischio del secondo giallo. ma un elemento con le sue caratteristiche è, oggi, irrinunciabile per questa Alessandria. E Sepe rende molto di più come mezzala di inserimento che come quinto di centrocampo.
“Il calcio di rigore – ammette il tecnico – ha svoltato emotivamente la dinamica della gestione della gara“. E il contributo, dalla panchina, non è stato quello sperato. “Con i cambi – insiste Banchini – non abbiamo fatto meglio di chi ha giocato dall’inizio. Chi è entrato non ha dato l’intensità che la squadra ha. Non ha alzato il ritmo e quando questo succede, bisogna saper interpretare le partite in maniera diversa”.
Quanti under
All’inizio due soli under e uno, Gega, non fa minutaggio, perché è prestito, ma senza la valorizzazione, e questo impedisce di conteggiare i minuti disputati dal centrale, che pure è elemento che sta legittimando lo spazio che gli viene concesso. “I calcoli si fanno alla fine della gara: dobbiamo avere i 271 minuti complessivi disputati e con i cambi li abbiamo”.
La scelta di un centrocampo esperto “è figlia delle indicazioni nella prima settimana ‘piena’ di lavoro. Nelle mie rotazioni ho iniziato con due under, per finire con cinque”.
Se l’approccio non è stato aggressivo come contro il Renate, di certo ciò che pesa di più è il finale. “Nell’azione del rigore, Foresta commette una ingenuità nell’anticipo, quando invece, magari, temporeggiando e cercando di non far girare Fumagalli, si poteva determinare uno sviluppo diverso. Mi interessa però, più ancora come la palla è arrivata lì: siamo stati meno aggressivi anche quando lo spazio era più ampio”.
Gestire il risultato
Per chi deve capitalizzare ogni punto, anche il pareggio, dopo essere stati avanti, non è risultato da buttare via. “Nell’ultima azione Rossi va in pressione, la linea dei tre non sale, e Franzoni segna un bel gol, saltando Liverani. Ci sono anche gli avversari, non docbbamo dimenticarcelo. Questa partita – insiste Banchini – ci servirà da lezione”
Quando cambia questo ko nella tabella di marcia dell’Alessandria? “Cambia nella testa: quando si va in vantaggio, bisogna, a volta anche accontentaris dell’1-0, sapersi ‘sporcare’, ce lo insegna la Juve in serie A. E difendersi in maniera ordinata. Bisogna imparare a chiudere le partite, però questa squadra ha sempre cercato di farlo e considero questa sconfitta un episodio, da analizzare in maniera serena”.
A Vercelli Rota non ci sarà. “Il giallo me lo ha tolto anche per il secondo tempo. Penso all’ultima azione del primo tempo, con Fall sull’esterno, e Rota che non esce e c’è anche un contenzioso con Ercolani. Non volevo assolutamente rischiare di restare in dieci”.