Gavi: i Carabinieri ripercorrono in aula la genesi del caso Albano
Il Tribunale di Alessandria
Cronaca
Monica Gasparini  
29 Novembre 2023
ore
18:28 Logo Newsguard
Il processo

Gavi: i Carabinieri ripercorrono in aula la genesi del caso Albano

Le indagini partite dalla denuncia dell'ex sindaco Rita Semino nei confronti della sua vice

ALESSANDRIA – Gavi: i Carabinieri ripercorrono la genesi del caso Albano.

L’ex sindaco, Nicoletta Albano, il geometra Pier Paolo Bagnasco, responsabile dell’ufficio tecnico del Comune di Gavi; il consigliere comunale Eugenio Rabbia, e Giovanna Sutera che ricopriva il ruolo di segretario comunale di Gavi, sono comparsi questa mattina davanti al Collegio presieduto da Paolo Bargero. Nei guai, dunque, in quattro ma con posizioni diverse.

Il processo entra nel vivo

Il processo è entrato nel vivo con la testimonianza dei Carabinieri che hanno lavorato al caso.

L’indagine prese il via all’inizio del 2020, innescata dalle presunte pressioni esercitate nei confronti dell’allora primo cittadino di Gavi, Rita Semino di 86 anni, affinché si convincesse a dimettersi dall’incarico.

All’epoca, Nicoletta Albano era vice sindaco: dopo essere stata alla guida del Comune di Gavi dal 2006 al 2016, e non potendo candidarsi a sindaco per il noto limite al secondo mandato, secondo i militari aveva sostenuto la candidatura della Semino.

La Albano è assistita da Alfredo Pietrini Pallotta e Andrea Cianci del foro di Torino; la Sutera da Marco Conti; Bagnasco da Giuseppe Cormaio e Giuseppe Greppi; Rabbia da Giuseppe Romano. Si sono costituiti parte civile Rita Semino (con l’avvocato Guido Chiarloni) e il Comune di Gavi (con il legale Piero Monti).

I primi testi del Pm

Questa mattina, i primi testi del pubblico ministero Francesco Bruzzone hanno ripercorso la genesi del caso.

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Tutto è nato da una denuncia dell’allora sindaco Rita Semino, nei confronti del suo vice Nicoletta Albano, che raccontava circostanze e fatti ai Carabinieri. L’ex sindaco produsse anche una registrazione del colloquio tra le due (registrato con il telefono della nipote della Semino) e da lì la contestazione alla sola Albano delle pressioni finalizzate alle dimissioni (che di fatto non ci sono mai state) di chi in quel momento era alla guida dell’Amministrazione.

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Approfondendo l’indagine, però, sarebbero emerse altre ipotesi di reato: la Procura ha ritenuto di contestare anche altri fatti per episodi diversi di falso oppure favoreggiamento agli altri coimputati.

In aula, i Carabinieri si sono limitati a spiegare l’attività svolta, senza riferimenti a dichiarazioni fatte dai testimoni.

L’accusa contestata anche episodi di peculato riferiti a rimborsi spese affrontate dalla Albano.

Si torna in aula il prossimo 24 gennaio.

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