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ALESSANDRIA – Alessandria, nel 2024, ha qualche sfida da vincere. E, fin qui, niente di nuovo perché a ogni inizio anno è logico e legittimo elencare progetti, speranze, ambizioni.
Proviamo a riassumere, nella convinzione che la più importante partita da giocare sia quella della Sanità, tre sillabe che aprono mille scenari, se vogliamo includere, nel ragionamento, anche la tutela dell’ambiente. Partiamo da qui, allora. Cioè da un’idea di limitazione del traffico che superi la fase delle sperimentazione e vinca il malcontento; ma anche da una bonifica che Spinetta giustamente attende, dopo anni di parole e rimpallo delle responsabilità (date un’occhiata alle statistiche sui tumori).
Va da sé che migliorare la qualità dell’aria e dell’acqua è già un buon viatico per garantirci una vita migliore, ben sapendo che non viviamo in montagna, bensì in una piana industrializzata (ma mica troppo, eh), che spesso è catino dimenticato dai venti e perfetta vittima del cambiamento climatico.
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Ma Sanità vuol dire anche diritto alle cure. Detto che i medici non scarseggiano solo qui, e che la privatizzazione estrema è l’effetto di una globale programmazione fallimentare, è indubbio che il Pronto soccorso è diventato una jungla (solidarietà infinita chi lì lavora) e che riuscire a ottenere una visita in tempi ragionevoli è come vincere la lotteria.
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Riuscire a migliorare entrambi gli aspetti sarebbe uno straordinario risultato, che magari farebbe risalire Alessandria nella classifica sulla qualità della vita, quella che (ancora) vede la nostra città relegata nella seconda metà della graduatoria, a discreta distanza da quasi tutte le realtà del Nord.
Per fortuna, c’è anche altro, a proposito di Sanità. Ovvero, la promozione del nostro Ospedale a Policlinico, grazie alla collaborazione con l’Università. E sarà pure, il 2024, l’anno decisivo per l’Irccs, ulteriore fiore all’occhiello per l’Azienda ospedaliera, ma anche per l’Asl con cui collabora, ricordando che sono le patologie ambientali (e la partita del mesotelioma) il punto di forza per diventare Istituto di ricovero e cura a carattere scientifico.
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Per finire: l’infantile Cesare Arrigo, uno dei 13 ospedali pediatrici d’Italia, sarà ristrutturato in modo significativo, e si faranno passi in avanti (immaginiamo) per il nuovo ospedale civile, che sorgerà nella zona Borsalino. Qualcosa, insomma, si muoverà, a patto che si remi tutti dalla stessa parte, accantonando, ad esempio, mere beghe politiche che non portano da nessuna parte.
Il fatto che nel 2024 ci siano le elezioni, e in particolare quelle regionali (la Sanità dipende dalla Regione) può essere un vantaggio. Ma anche no. Fosse così, sarebbe un attimo passare da sfida a sfiga.