EcoSentieri: quando Eco andò da Baleta
La diciassettesima puntata della serie dedicata a Umberto Eco e realizzata da Brunello Vescovi
ECOSENTIERI – Umberto Eco non andava da Baleta. E il fatto può stupire, visto lo humour che l’ha sempre contraddistinto. A frenarlo doveva essere stata la convinzione che il luogo fosse incompatibile con l’oratorio francescano e la militanza nell’Azione Cattolica. Tuttavia, in età avanzata, Eco tenne a colmare quella lacuna, accompagnato dall’amico Gianni Coscia. A quell’ora non c’era molta gente. Lo sguardo di Eco si poggiò subito sull’unico telefono, a gettoni: una ferrea regola stabiliva che in quel luogo non si potesse rintracciare nessuno.
Un altro sguardo incuriosito lo lanciò sul listino, in bella mostra, con i nomi di chi aveva delle consumazioni in sospeso. Poi scambiò due chiacchiere con Gino, il mitico gestore: parlarono di jazz e di modi di dire studenteschi. Al bar quello “slang” era ovviamente molto utilizzato. Pare che chi riconobbe l’illustre ospite si sia tenuto prudentemente alla larga. Fatto insolito, vista l’attitudine trasgressiva dei baletiani di fronte alle celebrità: come quando l’attore Warner Bentivegna – un bello della tv Anni 60 – si trovò a passare nei dintorni e si sentì gridare dietro beffardamente: “Ma è lui, è lui…”. Poi una pausa. E infine: “È Alberto Lupo!”.
L’autore
Brunello Vescovi, giornalista, per trent’anni si è occupato di cultura e spettacolo alla redazione de La Stampa di Alessandria. Ama il teatro, le partite dell’Inter e i film di Woody Allen. L’idea di un podcast su Umberto Eco è nata in lui con con un obiettivo: svelare – anche dando voce ad altri – una serie di aspetti poco conosciuti della vita del Professore. In particolare i legami con la città natale, mai ostentati – con spirito squisitamente alessandrino – ma dimostrati nei fatti, anche attraverso le citazioni, a volte vaghe, a volte evidenti, che si ritrovano nelle pagine dei suoi romanzi. E raccontare l’importanza degli anni trascorsi al liceo Plana, dove fu studente vivace e ideatore di tante iniziative: oggi quella scuola porta il suo nome e i familiari sono convinti che non gli dispiacerebbe affatto.