Alessandria ricorda Arpad Weisz, maestro di calcio morto ad Auschwitz
La cerimonia allo stadio Moccagatta, davanti alla targa che ricorda Arpad Weisz
Alessandria Calcio, Sport
Mimma Caligaris  
26 Gennaio 2024
ore
17:02 Logo Newsguard
Giornata della Memoria

Alessandria ricorda Arpad Weisz, maestro di calcio morto ad Auschwitz

Al Moccagatta fuori e una corona per il tecnico che iniziò il suo percorso proprio nella nostra città

ALESSANDRIA – Fra cinque giorni esatti, il 31 gennaio, saranno 80 anni dalla scomparsa  di Arpad Weisz, giocatore e poi allenatore ungherese, ebreo, che vinse tre scudetti e fu internato ad Auschwitz, dove morirono anche la moglie Ilona e i figli Roberto e Clara.

 

Quei fiori, con il tricolore e lo stemma del Comune di Alessandria, e quella corona di alloro della società grigia, sono per lui, che passò anche dalla nostra città, appena arrivato dall’Ungheria, come calciatore promettente, ma  messo fuori causa da un infortunio, e poi come viceallenatore. L’inizio di una lunga carriera, un innovatore per il calcio, gli scudetti con Ambrosiana Inter e Bologna, le tappe anche a Bari e Novara. All’apice della sua carriera, le leggi razziali lo costrinsero a fuggire, prima in Francia e poi in Olanda.

E di lui, per oltre 60 anni, nessuno più parlò. Grazie a Matteo Marani, bolognese, giornalista, uno dei migliori storyteller italiani, attuale presidente della Lega Pro, finalmente, si è resa giustizia alla sua memoria e, oggi, per Alessandria, quella targa sotto la tribuna del Moccagatta, realizzata da Comune e Isral, è una tappa nella Giornata della Memoria.

 

La Memoria contro l’odio

Anche questa mattina, con gli studenti di Vinci – Fermi – Nervi – Migliara e Bovio, gli insegnanti, le istituzioni, l’Isral, alcune associazioni, c’è stato l’omaggio a un uomo che è stato dimenticato, nel 1938, anche da quei bolognesi per i quali era un idolo, poi umiliato e mandato a morire dai nazisti e cancellato dalla storia. “La funzione della Giornata della memoria è proprio questa – ha sottolineato l’assessora allo sport, Vittoria Oneto –  tenere vivo il ricordo di fatti e persone,  perché tragedie come quella dello sterminio non succedano più”. Lo ha ribadito anche il direttore generale Giulio Maione.

 

Un insegnamento ancora più attuale adesso, con i conflitti in molti angoli del mondo che seminano morte tra chi è considerato “diverso”, per il luogo in cui vive, per le sue origini, per le sue legittime ambizioni. La vicenda di Arpad Weisz  e della sua famiglia  è la testimonianza di dove può spingere l’odio. Come ha ribadito anche il professor Gian Luigi Balbi, per l’Isral, per decenni Weisz è stato un fantasma, adesso è sempre più il simbolo della lotta, nel calcio e non solo, contro ogni odio e discriminazione.

 

Sui campi della serie C

In tutte le partite della Lega Pro, fino a lunedì, sarà celebrata la Giornata della Memoria. Al fischio d’inizio, al minuto 27 del primo tempo, e due volte nella ripresa sarà proiettata una frase di Primo Levi, “Se comprendere è impossibile, conoscere è necessario”.

 

Giornata-Memoria-Lega-Pro

Su tutti i campi le parole di Primo Levi

Già nel riscaldamento e nell’intervallo sarà letto  un messaggio per ribadire che “tutti i club della Lega Pro si schierano contro ogni forma di odio, violenza e razzismo, in ricordo della Giornata della Memoria, che riccore ogni 27 gennaio”. Prevista anche una campagna social dedicata. “Sempre in prima linea nella battaglia al razzismo“.

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