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    Biomonitoraggio:
    Palazzo Lascaris, sede del Consiglio regionale
    Cronaca
    Monica Gasparini  
    6 Febbraio 2024
    ore
    19:48 Logo Newsguard
    Dossier Spinetta

    Biomonitoraggio: protocollo della Regione mostra lacune ed errori

    Continua ad essere escluso il cuore di Spinetta, quello più a rischio

    ALESSANDRIA – Il biomonitoraggio sulla popolazione che la Regione si sta apprestando ad organizzare continua a non convincere.

    Si tratta di uno screening minimale – 127 le persone coinvolte – spalmate su un vastissimo territorio. Dove, in sostanza, è stata verificata la presenza di Pfas negli alimenti. Oltre alle alcune, inoltre, spuntano gli errori.

    Analisi lontano da Spinetta

    Ma, ad oggi, non conosciamo dove queste sostanze sono state trovate, tantomeno abbiamo la conta dei valori.

    Sappiamo, però, perché lo scrive la stessa Regione, dove sono stati fatti i campionamenti da parte dei servizi di Igiene Alimenti e Nutrizione e Veterinaria del Dipartimento di Prevenzione dell’Asl Al: Alessandria, Montecastello, Cassine, Castellazzo Bormida, Frascaro, Sezzadio, Basaluzzo e Bosco Marengo, Capriata d’Orba, Frugarolo, Castelspina, Casal Cermelli.

    Un parterre di tutto rispetto, ma nessuno sa, effettivamente, cosa sia stato trovato, quando e dove.

    Il Pfoa è un cancerogeno

    Non solo, il protocollo, descrivendo i possibili effetti di alcuni Pfas sull’organismo umano, non specifica che il Pfoa è stato dichiarato cancerogeno dallo Iarc (ente deputato a classificare i cancerogeni).

    Secondo la Regione, la maggior parte degli studi su uomo e animali ha riguardato il Pfoa e il Pfos, «mentre i potenziali effetti determinati dalle nuove sostanze a catena corta come cC6O4 e Adv non sono ancora stati approfonditi».

    Peccato, però, che l’Adv, è un vecchio Pfas a catena lunga ( e non corta come scrive la Regione), quindi potenzialmente più pericolosa.

    https://www.youtube.com/watch?v=e-cHhRGMZwE

    Analisi: siamo sicuri che ci siano gli standard

    C’è poi un paragrafo sibillino.

    Al termine dell’elenco dei vari composti che si dovrebbero cercare, la Regione scrive: la scelta degli agenti chimici sarà strettamente vincolata alla disponibilità di standard analitici certificati o comunque ottenibili da fonti ufficiali. Questo cosa significa? Che per andare a cercare determinate sostanze, i tecnici non sanno ancora quali standard ufficiali avranno a disposizione?

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    Le zone di ricaduta

    Il biomonitoraggio, sembra non viaggiare di pari passo con le analisi effettuate da Arpa, perché sarebbe escluso, di fatto, chi vive nelle principali zone di ricaduta degli inquinanti (nella fattispecie, i Pfas).

    Sembra proprio che la Regione si stia preparando ad eseguire le analisi del sangue, su base volontaria, nelle zone agricole dove sono stati effettuati prelievi su uova e ortaggi, tralasciando quelle aree dove sono emerse – secondo i dati di Arpa – forti criticità per la presenza di Pfas nell’aria, una delle vie di esposizione.

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    Lo ripetiamo: il biomonitoraggio, invece, dovrebbe includere tutta la popolazione a rischio, come richiesto, ad esempio, da tanti cittadini con una raccolta firme presentata la scorsa estate al Consiglio comunale alessandrino. Documento a cui la politica locale continua, purtroppo, a non dare alcun seguito concreto.

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    biomonitoraggio cC6O4 dossierspinetta iarc PFAS pfoa Pfos
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