Ovada:
Viaggiatori in attesa alla stazione di Ovada
Società
Edoardo Schettino  
27 Febbraio 2024
ore
06:59 Logo Newsguard
La speranza

Ovada: Rfi guarda alla riapertura del bar della stazione

Dopo anni con le porte sprangate

In un edificio abbandonato a se stesso

OVADA – C’è una speranza concreta per rivedere aperte le porte del bar della stazione centrale di Ovada? Solo il tempo darà una risposta più certa. Di fatto ad oggi gli utenti devono accontentarsi delle promesse spese da Rete Ferroviaria Italiana.

«Stiamo procedendo – spiegano i vertici dell’azienda – alle valutazioni necessarie alla pubblicazione della gara per individuare un nuovo gestore». Se ne gioverebbe tutto l’edificio diventato, suo malgrado, simbolo di una delle beffe più significative per la città. Nel 2019 infatti Rete Ferroviaria Italiana terminò il completo restyling per una spesa da 4.5 milioni di euro.

Solo un mese e mezzo dopo arrivò la comunicazione ufficiale della chiusura della biglietteria. Il bar era già chiuso da tempo.

Storia travagliata

La stazione centrale è più buia da quando le porte del bar si sono chiuse definitivamente. Il locale era punto di ritrovo per molti viaggiatori diretti verso Genova con i treni della mattina presto: una colazione, il caffè e l’acquisto del giornale.

Con la chiusura della biglietteria oggi l’edificio rimane del tutto senza un presidio, alla mercè di vandali e eventi poco edificanti. Le procedure sono state lente anche a causa del contenzioso che Rete Ferroviaria Italiana ha ancora in corso con la precedente gestione.

Ma l’ex titolare respinge ogni addebito: «La mia gestione con la Rete Ferroviaria Italiana – spiega – non ha nessun contenzioso sospeso. Avevo chiuso nel 2018 per motivi personali»

«Chiedere un presidio della Polfer sarebbe fantascienza – afferma Alessandra Rapetti, membro del Comitato Trasporti Valli Stura e Orba – ma siamo convinti che almeno un bar la stazione di Ovada lo meriterebbe di nuovo. Con la chiusura della biglietteria nel 2019, questo luogo frequentato ogni giorno da decine, se non centinaia di persone, è del tutto abbandonato a sé stesso».

Rapetti risiede in zona e, come altri cittadini, sa bene che nelle ore notturne l’edificio diviene terra di conquista per tanti.