Mandrogne, i vandali non si fermano. Non c’è soluzione?
Dopo la chiesa e la scuola, tocca alla materna. La gente incredula e preoccupata. E le telecamere?
MANDROGNE – I vandali non si fermano e una soluzione al momento non si trova.
“Mettano le telecamere” implorano da queste parti, dove tornano a fare i conti con chi si diverte a danneggiare le strutture pubbliche, sempre che il divertimento non sia patologia.
Mandrogne torna sulle pagine di cronaca, mentre si accontenterebbe – semmai – di finire in quelle riservate agli spettacoli, considerata l’attività della Soms, punto di riferimento e di aggregazione di un sobborgo dove la socialità è una cosa sera.
Vandali e socializzazione
Dunque, l’irritazione della gente di qui è comprensibile, non solo perché “vandalizzare” e “socializzare” sono voci verbali antitetiche. La prima torna a prevalere, con l’immaginabile carico di antipatia e fastidio.
Nella notte tra domenica e lunedì è stato appiccato il fuoco alla porta che collega un corridoio a uno “spazio ricreazione”, utilizzato dai bimbi della materna. Non paghi, gli ignoti (l’aggettivo “soliti”, a questo punto, sembra pertinente) hanno contornato l’opera con scritte e disegni osceni. Lunedì mattina, il personale della scuola (inclusa nell’istituto comprensivo Caretta di Spinetta Marengo) ha cercato di porre rimedio.
Ma le assi, collocate a temporaneo riparo, sono stati danneggiati la notte successiva, ovvero quella scorsa.
Se la memoria non inganna, e dunque se l’aggiornamento è corretto, siamo al quarto atto vandalico, il terzo consecutivo subito dalla scuola, perché il primo – quello più eclatante – ebbe come bersaglio il presepe antistante la chiesa parrocchiale, la cui facciata venne annerita dall’incendio delle statuine.
Azione e reazione
La reazione iniziale degli abitanti si tradusse nell’organizzazione di una serata danzante, utile per trovare fondi da destinare alla parrocchia (comunque “risarcita” con un finanziamento pubblico). Certo è che neppure il più pessimista immaginava la reiterazione del reato.
Il Comune di Alessandria promise l’installazione delle telecamere di sorveglianza, considerate un buon antidoto. I tempi però sono quelli che sono. I balordi anche. Non resta che sperare che questi ultimi “ne abbiano a basta”. O che si riesca a individuarli comunque.