Grano, Alessandria teme una stagione di forte crisi
La Cia: "Costi altissimi e prodotto pagato poco". Troppe speculazioni e un'ancora di salvezza: la qualità
ALESSANDRIA – Sul grano, Alessandria teme un’altra stagione di forte crisi.
A lanciare l’allarme è la Cia, alla vigilia della riunione del Consiglio Agricoltura e Pesca dell’Unione europea, con tutti i ministri dell’Agricoltura dell’Ue. All’istituzione continentale, l’Italia chiede una forte presa di posizione soprattutto in fatto di dazi e controllo dei prezzi, ricordando che un agricoltore “non può permettersi di vendere il grano a meno di 30 euro al quintale” e che “a 27-28 euro, visti i costi dell’energia e dei fertilizzati, tutt’al più si va a pari”.
Il quadro della situazione è dipinto dal presidente nazionale, Cristiano Fini, intervenuto da remoto alla conferenza della Cia, con la partecipazione della presidente provinciale Daniela Ferrando, del direttore Paolo Viarenghi, del presidente regionale Gabriele Carenini.
Primatisti nel grano
A portare la testimonianza degli agricoltori, Roberto Gavio, titolare di un’azienda di 50 ettari, a Oviglio e Castelnuovo Scrivia (al ‘Piccolo’ racconta i problemi del settore). Ancora una volta nel mirino sono finite le speculazioni, ben “visibili” considerando che un chilo di grano è pagato 25 centesimi mentre, sullo scaffale, un chilo di pane arriva anche a 5 euro.
Dopo un “tragico” 2023, lo scenario che si prospetta non è confortante in una provincia come la nostra che contende a Ferrara il primato per superficie seminata a grano tenero. Da registrare, quest’anno, un calo delle semine del 20%. Ma, almeno, non abbiamo problemi di siccità….
