«Mi è calata la vista e ho scoperto di avere una malattia che pochi conoscono»
Un intervento chirurgico di 10 minuti per salvare le cornee. Il reparto di Oculistica è specializzato per curare le “rarità”. Ad esempio il cheratocono
Alberto Giuliano ha 27 anni, è un dipendente dell’Ospedale e all’ospedale ha subito un intervento chirurgico a causa di una di quelle malattie che vengono considerate rare. Ovvero il cheratocono, una patologia degenerativa della cornea che si manifesta, di solito, in giovane età.
«Lo scorso anno, avendo avuto problemi di vista – racconta – mi sono sottoposto a una topografia corneale, una sorta di lastra della cornea, grazie alla quale s’è capito che ce l’avevo assottigliata».
Con la mamma Loredana caposala del reparto di Oculistica (anche il fratello Fabio lavora in ospedale, dove fa il cuoco), è stato facile avere… il parere giusto, a seguito di una diagnosi di cheratocono al secondo stadio (dopo il quarto serve il trapianto, per non perdere la vista). «Di fatto – aggiunge – mi è stato detto che l’intervento chirurgico a cui avrei dovuto sottopormi sarebbe stato preventivo. O meglio: utile per bloccare l’espansione della malattia».
In cura 80 pazienti
Poiché anche l’altro occhio cominciava a presentare problemi (qui il cheratocono era al primo stadio), a Giuliano è stato consigliato l’intervento chirurgico a entrambe le cornee.
«Sono stati bastati dieci minuti e un poco di anestesia – spiega – Ora dovrò mettere le lenti a contatto che sono preferibili agli occhiali perché garantiscono la “tenuta” delle cornee. Questa malattia è progressiva e non ce ne si accorge, di solito: l’occhio si logora piano piano… ». Il cheratocono (attualmente sono un’ottantina i pazienti in cura) è una delle oltre dieci malattie rare trattate dalla struttura di Oculistica dell’Azienda ospedaliero universitaria di Alessandria.
I medici spiegano che «la cornea, in questa malattia, tende a deformarsi progressivamente perdendo resistenza in maniera progressiva, assottigliandosi e deformandosi fino al raggiungimento di una forma a cono».
«I sintomi – racconta – Maria Rosa Astori, responsabile dell’Ambulatorio cornea sono la distorsione delle immagini, la visione confusa, l’aumento della sensibilità alla luce e un calo visivo progressivo. Se diagnosticato in tempo, nei primi stadi è possibile arrestare il cheratocono con il cross- linking, un’operazione che nel 2023 abbiamo effettuato su oltre 60 pazienti».
Il cheratocono si suddivide in quattro stadi: nei primi due la correzione avviene attraverso occhiali o con il cross-linking, che prevede l’utilizzo di raggi ultravioletti per rafforzare le fibre della cornea. Per il terzo e quarto stadio, invece, si interviene con lenti a contatto apposite o chirurgicamente.
Il direttore di Oculistica, Emilio Rapetti, aggiunge: «L’intervento chirurgico di trapianto della cornea può essere di tipo lamellare, che è quello preferibile perché meno invasivo e va a sostituire solo gli strati danneggiati, o a tutto spessore, quando è necessaria la sostituzione completa della cornea a causa dei danni provocati dalla malattia. Un intervento più complesso che la nostra struttura ha eseguito da poco su due pazienti».
Prevenire è meglio
È recente la notizia di due giovani (un minorenne e un neo diciottenne) che, grazie al trapianto di cornea a tutto spessore, sono riusciti a curare il cheratocono.
Nella circostanza, l’équipe della struttura di Oculistica ha collaborato con la Banca regionale delle cornee.
«Il decorso per i due trapiantati – precisano in reparto – è positivo e nei prossimi mesi proseguiranno i controlli. L’obiettivo, però, è quello di evitare di giungere all’intervento chirurgico: l’invito è quindi quello di rivolgersi quanto prima agli ambulatori oculistici all’insorgere dei primi sintomi, soprattutto se si presentano nei ragazzi tra i 10 e 25 anni circa».