Benzi
Luigi Benzi, assessore a Quargnento
Società
Massimo Brusasco  
5 Aprile 2024
ore
14:09 Logo Newsguard
Colloquio

Benzi (Quargnento) e il No al deposito nucleare

Alla vigilia della manifestazione, il parere di chi ha studiato il problema

ALESSANDRIA – Luigi Benzi, ingegnere. fa chiarezza sul “problema nucleare” alla vigilia della manifestazione   Alessandria contro il deposito nazionale di scorie nucleari (sabato 6, ore 15, partenza viale della Repubblica).

L’evento è stato preceduto da 17 incontri pubblici. Ad alcuni ha partecipato anche Benzi, assessore a Quargnento, uno dei paesi inclusi nella Cnai, la Carta nazionale delle aree idonee.

Benzi (Quargnento) e il No al deposito nucleare

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Benzi è uno dei più convinti sostenitori del No. “In verità, sono i tecnici a dirci che un impianto del genere  non può essere sostenuto dal nostro territorio. Sono state prodotte mille pagine di deduzioni, presentate al ministro Pichetto Fratin. Elencano una serie di fattori escludenti, ovvero i motivi per cui è impensabile che un deposito del genere venga realizzato nell’Alessandrino. Inoltre, la   ‘Guida tecnica 29’   non prevede che nel Deposito Nucleare vengano gestiti anche i rifiuti ad alta attività che necessitano di strutture specifiche, come il complesso di stoccaggio alta attività Cask  che ha fondazioni che arrivano fino a 11 metri in base al progetto preliminare presentato da Sogin”.

 

Benzi e il rischio falda

“Tutta la provincia – aggiunge Benzi – è a contatto con una falda prossima alla superficie. Banalmente, l’acqua accelererebbe il deperimento del calcestruzzo dell’impianto col rischio di rilascio di sostanze tossiche”.

Resta il fatto che l’Italia ha rifiuti nucleari da smaltire. “Mettiamola così: Francia e Inghilterra detengono circa 17.000 metri cubi di rifiuti ad alta attività, e hanno un contratto con l’Italia scade nel 2025. La Francia ha il deposito di scorie nucleari più grande al mondo da 1 milione di metri cubi. Queste due nazioni hanno una storia differenti sul nucleare rispetto all’Italia e anche la popolazione ha una sensibilità diversa. Si potrebbe trovare un nuovo accordo economico per mantenere i rifiuti ad alta attività in quei paesi dove il nucleare è presente per produrre energia”.

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