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Marcello Feola  
11 Maggio 2024
ore
07:38 Logo Newsguard
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Aou Al: su “Lancet” uno studio del gruppo coordinato da Ladetto

Protagonista uno studio clinico di fase III sulla terapia dei pazienti affetti da linfoma mantellare

. ELESSANDRIA – È stato pubblicato sulla prestigiosa rivista “The Lancet” lo studio clinico randomizzato di fase 3 “Triangle” dello European Mantle Cell Network, che ha coinvolto 14 Paesi.

La Fondazione Italiana Linfomi (Fil) ha arruolato il 26% dei pazienti, ponendosi come secondo arruolatore dopo la Germania. E contribuendo in modo determinante alla concezione e alla conduzione dello studio sotto il coordinamento di Marco Ladetto, professore associato di Malattie del sangue presso il Dipartimento di Medicina Traslazionale dell’Upo. E, anche, direttore della Scdu di Ematologia dell’Aou Al, attuale presidente della Fil.

I risultati di questo trial clinico interazionale sono incentrati sulla terapia di prima linea del paziente giovane e candidabile al trapianto autologo di cellule staminali, affetto da linfoma mantellare, una patologia da sempre considerata molto complessa.

Uno studio importante

La pubblicazione è “practice changing”, in quanto il nuovo trattamento proposto modifica radicalmente la storia della malattia e migliora nettamente la prognosi dei pazienti.

Si tratta di uno studio di fase III, che ha valutato il ruolo della terapia standard, classicamente basata sull’utilizzo del trapianto autologo (Asct) nell’era dei nuovi farmaci biologici. In particolare, è stato valutato l’impatto in termini di efficacia e sicurezza del trattamento con l’inibitore della tirosino-chinasi di Bruton (iBTK), ibrutinib,  già utilizzato nelle forme recidivate di linfoma mantellare.

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Lo studio, disegnato per la prima linea dei pazienti giovani con Mcl, prevedeva un confronto randomizzato tra tre bracci di trattamento. Quello standard prevedeva il trattamento tradizionale, con chemioterapia più autotrapianto (A). Tale terapia veniva confrontata con due bracci innovativi potenziati con ibrutinib (A+I ed I). Nel braccio I si valutava anche di omettere il trapianto nell’ipotesi che questo trattamento (tossico e impegnativo) potesse diventare superfluo nei pazienti trattati con ibrutinib.

L’iter dello studio

Tra luglio 2016 e dicembre 2020 870 pazienti sono stati randomizzati nei tre bracci. E in quello che è il più ampio studio prospettico mai condotto nel linfoma mantellare. Dopo un follow-up mediano di 31 mesi, i bracci A+I ed I hanno dimostrato un andamento nettamente superiore al braccio A. I bracci contenenti Ibrutinib al momento non dimostrano differenze di andamento tra di loro.

L’aggiunta di ibrutinib alla chemioimmunoterapia rappresenta pertanto, grazie allo studio “Triangle” il nuovo standard di trattamento del linfoma mantellare alla diagnosi. Se a un follow-up più prolungato si confermerà la sovrapponibilità dei bracci con o senza autotrapianto, lo studio consentirà anche di portare a obsolescenza la complessa e tossica procedura autotrapiantologica.

I risultati ottenuti cambiano pertanto il trattamento di prima linea dei pazienti affetti da Linfoma Mantellare e definiscono un nuovo standard terapeutico per una delle forme di linfoma di più difficile trattamento.

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