Pfas: Riboldi incontrerà la cittadinanza, ma le modalità non piacciono

Il Comitato Stop Solvay contesta l'orario fissato dall'assessore regionale alla Sanità ed esclude la possibilità a partecipare

ALESSANDRIA – Inquinamento della Fraschetta: le modalità dell’incontro con la cittadinanza indetto per giovedì prossimo, 12 settembre, alle 11, dall’assessore regionale Federico Riboldi, non piacciono.

Il disappunto

La notizia non è stata accolta di buon grado dal Comitato Stop Solvay, che mette le mani avanti e scrive. Sostengono, gli ambientalisti, di non essere stati avvisati. Di aver appreso della notizia dai giornali e contestano l’orario della riunione.

“Più di un mese fa – sostengono – dopo aver presentato in conferenza stampa i dati di nuovo progetto di biomonitoraggio pilota, abbiamo inviato alla Regione (insieme a Greenpeace e Ànemos una pec) richieste puntuali, tra cui quella di un incontro”.

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L’orario lavorativo

“Non ci fa quindi ben sperare sulla reale apertura al dialogo da parte della Regione – continuano – scoprire che non siamo stati nemmeno messi al corrente, considerato anche che è stato fissato in orario lavorativo“.

“Fissare l’incontro di giovedì, alle 11 – precisano, esclude la possibilità di partecipare a gran parte della popolazione. Ed è in linea con la volontà finora dimostrata di minimizzare la gravità della situazione“.

https://youtu.be/e-cHhRGMZwE?si=Co_aXiehgPS7CqL_

“Mero incontro divulgativo”

Il Comitato fa alcune precisazioni.

“Riteniamo inoltre fondamentale – continuano – che un incontro come quello indetto dall’assessorato regionale alla salute non debba essere soltanto un mero incontro divulgativo”.

“Servono azioni concrete – insistono – altrimenti non sarebbe altro che l’ennesima farsa che la popolazione è stata costretta a subire da parte delle istituzioni locali e regionali”.

E il biomonitoraggio?

“Ricordiamo -si legge – che in questi ultimi mesi troppe vicende su cui le istituzioni avrebbero dovuto prendere una posizione forte e netta si sono succedute”.

“Da un biomonotoraggio – continuano – indetto dalla Regione Piemonte, che, ricordiamo, aver interessato solo 29 persone, ai due incidenti in meno di un mese all’interno del polo chimico, con una conseguente fuoriuscita di sostanze tossiche”.

Per dovere di cronaca specifichiamo che il biomonitoraggio regionale avrebbe dovuto coinvolgere 120 persone (numero di volontari già di per sé esiguo), ma solo 29 cittadini hanno accettato di sottoporsi alle analisi. Il lungo comunicato si chiude con una valutazione. “Continuiamo a sostenere con convinzione che l’unica strada sia quello dello stop alla produzione e la chiusura dello stabilimento…”.

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