Piemonte,
Gian Paolo Coscia, presidente di Unioncamere Piemonte
Economia
Marcello Feola  
28 Settembre 2024
ore
10:02 Logo Newsguard
Unioncamere

Piemonte, produzione industriale giù nel secondo trimestre: -1,1%

Il settore manifatturiero continua a registrare flessioni, con risultati negativi per i mezzi di trasporto e tessile, mentre tengono chimica e alimentare

TORINO – La produzione industriale in Piemonte ha registrato una nuova flessione del -1,1% nel secondo trimestre del 2024, rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. A rivelarlo è la 211ª Indagine congiunturale sull’industria manifatturiera di Unioncamere Piemonte, realizzata con UniCredit e Intesa Sanpaolo, che ha coinvolto 1.890 imprese industriali della regione.

Nonostante la crescita del Pil nazionale dello 0,2%, sostenuto principalmente dal terziario, il comparto industriale continua a mostrare segni di rallentamento.

Produzione e settori in difficoltà

Il presidente di Unioncamere Piemonte, Gian Paolo Coscia, ha espresso preoccupazione per il calo continuo della produzione: “La flessione dell’1,1% evidenzia difficoltà crescenti nel comparto manifatturiero. Solo i settori della chimica-plastica (+1,0%) e dell’alimentare (+2,7%) mostrano segnali positivi, mentre i mezzi di trasporto (-8,0%) e il tessile/abbigliamento (-6,1%) sono tra i più colpiti”.

Il supporto delle banche

Intesa Sanpaolo e UniCredit hanno confermato il loro impegno nel supportare le imprese piemontesi in questo difficile contesto. Andrea Perusin, Direttore Regionale Piemonte Sud e Liguria di Intesa Sanpaolo, ha dichiarato che la banca ha già attivato circa 90 contratti di filiera per un totale di oltre 10 milioni di euro, e mette a disposizione delle imprese 10 miliardi di euro per investimenti legati a Transizione 5.0 ed efficienza energetica.

Anche Paola Garibotti, Regional Manager Nord Ovest di UniCredit, ha sottolineato come il programma “UniCredit per l’Italia” stia sostenendo le eccellenze del Made in Italy, con circa 35 miliardi di euro stanziati a favore delle imprese italiane.

Indicatori in calo

Il calo della produzione industriale si accompagna a flessioni negli altri indicatori congiunturali: gli ordinativi totali sono diminuiti dell’1,2% e il fatturato ha registrato una contrazione dello 0,9% rispetto allo stesso periodo del 2023. La componente estera ha mostrato flessioni più marcate rispetto al mercato interno, con diminuzioni rispettive del -2,5% per gli ordinativi e del -1,1% per il fatturato estero.

Differenze territoriali e settoriali

A livello provinciale, solo Cuneo ha registrato una crescita significativa della produzione industriale (+2,0%), sostenuta dalle industrie alimentari e metalmeccaniche. Alessandria ha mostrato una variazione minima positiva (+0,1%), mentre tutte le altre province piemontesi hanno subito flessioni. Biella è stata la più colpita, con un calo del -4,9%, principalmente a causa della crisi del settore tessile.

Tra i settori più in difficoltà, oltre ai mezzi di trasporto e al tessile, si trovano le industrie meccaniche (-2,9%) e quelle dell’elettricità ed elettronica (-2,7%). Le piccole imprese (10-49 addetti) hanno resistito meglio, registrando una crescita dell’1,1%, mentre le aziende più grandi (oltre 250 addetti) hanno subito un calo del 4,2%.