Polizze catastrofali: Confesercenti e le criticità dell’obbligo assicurativo
Entro il 31 marzo imprese del commercio, turismo e servizi obbligate a stipulare una copertura: troppe incognite e tempistiche inadeguate
ALESSANDRIA – Il settore del commercio, del turismo e dei servizi si trova di fronte a una corsa contro il tempo. Entro il 31 marzo, infatti, circa 1,5 milioni di imprese dovranno stipulare una polizza assicurativa contro eventi catastrofali per gli immobili in cui operano. L’allarme è stato lanciato da Confesercenti, che evidenzia le difficoltà operative e l’assenza di strumenti adeguati per agevolare le imprese nell’adeguamento.
Le conseguenze della mancata copertura
Secondo l’attuale normativa, non sono previste sanzioni dirette per chi non si adegua all’obbligo. Tuttavia, la mancata adesione comporta gravi ripercussioni economiche e finanziarie, tra cui:
- Esclusione dal credito bancario, con difficoltà nell’ottenere finanziamenti.
- Impossibilità di accedere a bandi pubblici e contributi in caso di calamità.
- Rischio di azione di responsabilità per gli amministratori, nel caso di mancato rispetto dell’obbligo e danni conseguenti.
Un quadro che rende di fatto indispensabile la stipula della polizza. Trasformando l’obbligo in una condizione necessaria per la sopravvivenza dell’attività imprenditoriale.
Tempistiche inadeguate e complessità burocratiche
Il problema principale – come rilanciano Michela Mandrino e Manuela Ulandi di Confesercenti Alessandria, resta il poco tempo disponibile per adeguarsi. Solo 11 giorni per trovare soluzioni assicurative idonee, con molte incertezze normative. Il decreto interministeriale, che avrebbe dovuto fornire le linee guida, è stato pubblicato solo il 27 febbraio. Lasciando le imprese senza indicazioni chiare fino a un mese dalla scadenza.
Inoltre, il provvedimento prevede che sia il locatario, e non il proprietario dell’immobile, a stipulare la polizza. Trasferendo così l’onere economico sugli imprenditori, ma garantendo il beneficio al proprietario. Con 1,5 milioni di attività in affitto, la difficoltà principale è quella di raccogliere informazioni sui parametri costruttivi degli immobili e verificare eventuali coperture assicurative già esistenti.
Costi e mancanza di strumenti di confronto
L’impegno economico richiesto alle imprese è rilevante: 118 miliardi di euro il valore complessivo di ricostruzione stimato. Con una spesa annua per coperture assicurative che si aggira attorno ai 400 milioni di euro.
Un ulteriore problema è la mancanza di trasparenza sulle offerte assicurative. Le compagnie hanno tempo fino al 28 marzo per adeguare i testi delle polizze, mentre il portale Ivass per il confronto tra le offerte non è ancora operativo. Questo lascia le imprese in una situazione di totale incertezza.
Confesercenti: “Serve più tempo e una riduzione della tassazione”
Per Patrizia De Luise, presidente di Confesercenti, l’attuale normativa non è equa né sostenibile. “Un impianto di tutele assicurative su larga scala è un investimento importante, ma deve essere equo e sostenibile. Al momento, le polizze catastrofali sono gravate da una tassazione del 22,5%. Chiediamo di abbassarla al 2,5%, come avviene per le polizze infortuni, o di destinare il gettito a un fondo per la messa in sicurezza degli immobili e del territorio. Inoltre, l’obbligo assicurativo dovrebbe essere affiancato da un piano nazionale per la prevenzione del rischio. Tutte le associazioni di categoria stanno chiedendo al Governo una proroga dei termini, ma finora non abbiamo ricevuto risposte”.
Il rischio, senza correttivi, è quello di scaricare sulle imprese un onere economico insostenibile. In un contesto, peraltro, di forte incertezza normativa e operativa.