Dal fascismo alla Nato: la trasformazione geopolitica italiana
Il 10 giugno 1940 segna l’inizio della fine per l’Italia fascista: la guerra, presentata per decenni come il culmine del progetto nazionalista, rivela subito le sue contraddizioni. L’incapacità militare emerge immediatamente, prima contro la Francia già quasi vinta dalla Germania, poi nel disastroso tentativo di invasione della Grecia. Presto, le forze italiane diventeranno subordinate a quelle tedesche.
La crisi culmina il 25 luglio 1943 con l’arresto di Mussolini e l’8 settembre con l’armistizio di Cassibile, in realtà una resa incondizionata. Questo momento cruciale segna il collasso delle istituzioni e apre un vuoto di potere in cui si consuma una guerra civile. Nasce così la Resistenza, un movimento di liberazione anti-fascista che si distingue per autonomia politica e militare, diventando interlocutore fondamentale nella fondazione della nuova Repubblica.
La guerra civile lascia però un’eredità pesante: una frattura valoriale che impedisce all’Italia di costruire una memoria collettiva condivisa. La fine della guerra comporta gravi conseguenze geopolitiche: il Paese, vincitore nella Prima guerra mondiale, esce dal conflitto come una “non potenza”, costretto a rinunciare alle colonie africane e ai territori orientali come l’Istria e la Dalmazia.
Nel contesto della Guerra fredda, gli Stati Uniti, consapevoli dell’importanza strategica dell’Italia nel mediterraneo, decidono di investire nella sua ricostruzione economica attraverso il piano Marshall, inserito in una più ampia strategia europea volta a rilanciare le economie distrutte dalla guerra e a contenere l’influenza sovietica. L’adesione alla Nato nel 1949 e alla Comunità economica europea (Cee) nel 1957 sanciscono definitivamente l’integrazione geopolitica italiana nel blocco occidentale, seppure con forti limitazioni della sovranità nazionale.
La presenza americana, con basi strategiche come Aviano e Sigonella, trasforma l’Italia in avamposto geopolitico, fondamentale per il controllo delle rotte marittime. Questo “vincolo esterno” condiziona pesantemente le scelte interne: il governo italiano deve seguire le direttive economiche e politiche occidentali, spesso dettate da organismi internazionali come il Fmi e la Banca mondiale.
Sul piano interno, la Democrazia cristiana (Dc), sostenuta dal Vaticano e dagli Stati Uniti, diventa garante di stabilità e baluardo contro l’ascesa del Partito comunista italiano (Pci). Le politiche imposte per la ricostruzione generano però tensioni sociali e disuguaglianze profonde che alimentano una polarizzazione politica duratura. La Dc rimane dominante proprio grazie al sostegno esterno, mentre il Pci viene percepito dagli Stati Uniti come minaccia non solo interna, ma geopolitica.
Questa situazione si riflette in decenni di instabilità politica e sociale, creando contrasti profondi che ancora oggi caratterizzano il dibattito pubblico italiano. L’Italia odierna è un Paese prospero ma attraversato da divisioni ereditate dal dopoguerra, incapace di sviluppare una piena consapevolezza storica della propria identità nazionale e delle proprie potenzialità geopolitiche.
Dopo quasi 80 anni da quei tragici eventi, il Paese si trova ancora sospeso tra una ricchezza materiale evidente e una debolezza culturale e identitaria: manca una narrazione nazionale condivisa, capace di trasformare la memoria storica in strumento di consapevolezza collettiva per affrontare le sfide di un’epoca segnata da nuovi equilibri globali e transizioni egemoniche.
Giovanni Teodori – Enrico Arcangelo Stanziale
Giovanni Teodori: Nel corso degli anni ha collaborato con Rai, Treccani, il Parlamento Europeo e diversi editori italiani. È autore di saggi, articoli e progetti di divulgazione, tra cui un documentario dedicato alla relazione tra territorio, storia e ambiente. Cofondatore di Itineraria Online, ne cura il coordinamento editoriale. Ha frequentato nel 2023 la Scuola di Limes.
Enrico Arcangelo Stanziale: è laureato con lode in Scienze Storiche presso l’Università degli Studi di Napoli Federico II e ha frequentato il corso di geopolitica e governo “Le chiavi del mondo” della Scuola di Limes. Cofondatore di Itineraria A.I., appassionato da sempre di storia e geopolitica, è consulente storico e analista, con un interesse trasversale per i grandi mutamenti politici, economici e culturali che plasmano il mondo contemporaneo. Attraverso itinerariaonline.it condivide riflessioni, analisi e approfondimenti pensati per offrire strumenti di comprensione critica della realtà internazionale.