Panchine d’autore a Valenza: il Liceo Carrà celebra Pier Paolo Prandi
Inaugurate due opere urbane ispirate all’arte naïf del pittore valenzano
VALENZA – Due nuove panchine artistiche arricchiscono da qualche giorno l’arredo urbano della città, trasformando un angolo tra via Pellizzari e via Cavour in un piccolo spazio di memoria e bellezza condivisa. A realizzarle sono stati gli studenti del Liceo Artistico Carrà, protagonisti del progetto dedicato alla figura del pittore Pier Paolo Prandi, scomparso nel 2021.
L’inaugurazione, avvenuta mercoledì 23 aprile, ha visto la partecipazione del Dirigente Scolastico Alberto Raffo, del Sindaco Maurizio Oddone, dell’Assessore Alessia Zaio e della nipote dell’artista, commossa nel ricordare lo zio attraverso i colori e la sensibilità dei giovani autori.
Un tributo alla pittura naïf
Le panchine, dipinte a mano con acrilico su legno, sono ispirate a due opere significative di Prandi:
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A turnanda dan ti camp, ancuntrami al setmì
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Peder ai ofr al so amur ala Pina call’aceta cun candur
Due titoli poetici in dialetto, come nella tradizione di Prandi, che ha raccontato con la sua pittura naïf le scene quotidiane e l’anima popolare di Valenza, in una narrazione visiva intima e autentica.
A portare avanti il progetto sono stati sei studenti: Linda Gatti, Adela Gorovelli, Giorgia Lodigiani, Elisa Loreggia, Lorenzo Magadan e Giulia Mauri, guidati dalla professoressa Marta Re, con la collaborazione di Franca Frassacarro. Un lavoro accurato e sentito, che ha saputo coniugare l’arte alla memoria, rendendo viva la figura di Prandi anche per le nuove generazioni.
Arte urbana e memoria collettiva
Il progetto, accolto con entusiasmo dalla cittadinanza, ha dimostrato ancora una volta il potenziale educativo e civico della collaborazione tra scuola e territorio. Le due panchine non sono soltanto elementi estetici, ma diventano spazi di riflessione e identità, capaci di raccontare la città e le sue storie a chi si ferma anche solo per pochi minuti.
«Celebrare un artista come Prandi – ha sottolineato il Dirigente Raffo – significa non solo onorarne la memoria, ma dare continuità a un’eredità culturale che parla ancora ai cuori». L’iniziativa ha confermato come l’arte possa essere strumento di coesione e valorizzazione urbana, restituendo alla collettività un frammento di bellezza condivisa.