Confidare approva il Bilancio 2024 e accelera nel 2025: +30% di garanzie nel primo trimestre
Il presidente Ferrari: “Risposte certe e tempi brevi per le imprese”. Il direttore Ricchiuti: “Più ascolto, meno algoritmi”
TORINO – Il confidi piemontese Confidare ha approvato il Bilancio dell’esercizio 2024, confermando una fase di piena espansione. Con sede a Torino e oltre cinquant’anni di esperienza nel rilascio di garanzie e credito alle Pmi, il confidi conta oggi più di 30.000 soci distribuiti in tutti i settori merceologici, affiancati da un team di 60 dipendenti. E il trend è più che positivo.
“Siamo soddisfatti del percorso sin qui compiuto”, ha dichiarato il presidente Adelio Ferrari. “Confidare prosegue con determinazione nel facilitare l’accesso al credito per i piccoli produttori, combinando puntualità e servizi su misura. Ovvero garanzie, credito diretto, fidejussioni, finanza agevolata e consulenza specifica. Offriamo risposte certe in tempi rapidi, dialogando con realtà bancarie di ogni livello”.
L’avvio del 2025 ha segnato un’ulteriore accelerazione: nel primo trimestre si registra un +30% nel comparto garanzie e un +250% nell’erogazione di credito diretto rispetto allo stesso periodo del 2024. A sottolinearlo è Andrea Ricchiuti, direttore generale di Confidare: “Puntiamo su un approccio tailor made che privilegia il valore dell’ascolto e della visione strategica. In un mondo sempre più dominato da algoritmi, noi scegliamo l’umanizzazione dei processi per favorire uno sviluppo più equo e coerente delle Pmi”.
I numeri danno solidità
Dal punto di vista economico-finanziario, i numeri confermano la solidità della struttura: 792 nuovi soci (+47%), utile netto di 246.081 euro, margine di intermediazione in crescita del 15,9%, commissioni nette +19,3% e un CET1 al 33%, indicatore di grande stabilità patrimoniale. Le garanzie erogate nel 2024 crescono del 28,7%, lo stock in essere segna un +0,73%, con 410 progetti d’investimento finanziati e 179 start-up sostenute.
“Siamo convinti che questo modello possa essere un riferimento per il credito cooperativo del futuro – conclude Ricchiuti –. Capace di dialogare in modo più efficiente con le esigenze reali del tessuto imprenditoriale. Specie in un momento di transizione e rinnovata centralità della piccola impresa”.