San Michele, agente pestato da quattro detenuti: l’allarme del Sappe
Dura presa di posizione dopo l’aggressione a un sovrintendente: “Serve lo stato di emergenza nelle carceri”
ALESSANDRIA – È un bilancio grave quello dell’ennesimo episodio di violenza accaduto nel carcere di San Michele: un sovrintendente della Polizia Penitenziaria è stato aggredito da quattro detenuti italiani, colpito alla testa e al volto, e ora è ricoverato in ospedale con una prognosi di almeno 30 giorni. Dopo l’attacco, i detenuti si sono barricati nella sezione, bloccando le serrature. Sono stati poi trasferiti grazie all’intervento dei rinforzi regionali.
Il Sappe: “Serve una nuova centralità della sicurezza penitenziaria”
A denunciare con forza l’accaduto è il Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria (SAPPE). Vicente Santilli, segretario per il Piemonte, sottolinea come l’agente sia stato colpito alle spalle e brutalmente pestato. Donato Capece, segretario generale, chiede misure drastiche: “Non è normale che quattro detenuti tentino di linciare un agente. Servono strumenti come il taser, pene certe e strutture dedicate a chi si rende protagonista di eventi gravi”.
Osapp: “Le carceri sono università del crimine”
Dura anche la denuncia dell’OSAPP, con il segretario generale Leo Beneduci: “È l’ennesima aggressione senza motivo. Da oltre un anno chiediamo che venga dichiarato lo stato di emergenza nelle carceri italiane. Siamo stufi di subire questa ondata di violenza. Il Governo agisca prima che ci scappi il morto”.
La UilPa: “Tensione rientrata solo in serata”
Anche UilPa Polizia Penitenziaria interviene con Marco Missimei: “Solo verso le 18.30 la situazione è tornata sotto controllo. L’intervento degli agenti è stato decisivo”. Demis Napolitano (Sappe) conclude: “Solo l’elevata professionalità dei colleghi ha evitato conseguenze peggiori”.