Alessandria, sfratto in via 1821: il Comitato per la casa attacca Comune e Prefettura
Il Movimento denuncia un intervento repressivo: «È la prima volta che assistiamo a un evento di questo genere». L'assessore Mazzoni: «Abbiamo fatto tutto ciò che potevamo fare nel rispetto della Legge»
ALESSANDRIA – Si è svolto nella mattinata di ieri, in via 1821 ad Alessandria, lo sfratto dei El Aouami Essadik e di suo figlio (maggiorenne), con l’intervento della forza pubblica. L’operazione ha visto la presenza di agenti di Polizia e Carabinieri e la temporanea chiusura della strada. A darne notizia è il Comitato di lotta per la casa della provincia di Alessandria, che ha diffuso un comunicato denunciando quanto accaduto.
La denuncia del Comitato
Secondo quanto riportato, Essadik – cittadino italiano, nato in Marocco e residente in Italia da 23 anni – si trova in una situazione di disagio economico: «Senza lavoro da circa un anno, costretto a vivere con 500 euro del reddito di inclusione, genitore di altri tre figli in Marocco».
Il Comitato ha criticato duramente la gestione dello sfratto: «Hanno risolto così un problema sociale in maniera repressiva: due persone sono costrette a dormire in strada senza un tetto sopra la testa nel silenzio delle nostre istituzioni preposte!».
Nel comunicato si descrivono alcuni momenti dell’intervento. L’arrivo dell’ufficiale giudiziario viene definito concitato: «È arrivato urlando, spaventando la bambina che era presente. Una donna che stava allattando è stata costretta a smettere e ad allontanarsi». I solidali del Movimento per la casa, riferisce il Comitato, «sono stati invitati a scendere dalla casa di ringhiera».
Essadik sarebbe stato «preso per un braccio e costretto a uscire dall’abitazione, il cui ingresso è stato ostruito da un muratore già presente sul posto fin dal primo mattino». Nell’alloggio sarebbero rimasti anche «tutti i pochi averi di Saddik», si legge nel testo.
Dito puntato contro Prefettura e Comune
Il Comitato interroga le istituzioni locali: «Come mai la Prefettura di Alessandria ha dato l’autorizzazione dello sgombero con la forza pubblica dopo aver rifiutato qualsiasi incontro con noi? Qual è il ruolo del Comune rispetto a queste situazioni? Come mai non si interviene a fronte delle denunce di case che sono vere e proprie topaie?».
E ancora: «È la prima volta che assistiamo a un evento di questo genere senza volontà da parte di lor signori di trovare soluzioni emergenziali. Se questa è la strada, sicuramente ci aspettano tempi duri in Alessandria: non accetteremo mai che nessuno vada a dormire sotto i ponti».
Nella giornata di ieri, alcuni attivisti si sono presentati in Comune in attesa di un confronto con l’assessore alle politiche sociali Giovanni Mazzoni e con il sindaco Giorgio Abonante. «Anche solo per trovare una soluzione tampone», precisano.
Il comunicato si chiude con un messaggio politico chiaro: «Rinnoviamo la nostra volontà di perseguire la lotta per il diritto ad una casa per tutti. Passaggio da casa a casa! Case per tutti, sfratti per nessuno!».
Mazzoni: «Fatto tutto il possibile»
Interpellato sulla vicenda, l’assessore alle politiche sociali del Comune di Alessandria, Giovanni Mazzoni, precisa che «il sig. Essadik è cittadino italiano, ma risulta singolo e senza figli a carico: la sua domanda per l’emergenza abitativa è presente, ma ha ottenuto un solo punto e si colloca in fondo alla graduatoria».
Secondo Mazzoni, l’uomo «aveva ricevuto il primo avviso di sfratto un mese fa, ma proprio su richiesta del Comune l’esecuzione era stata rinviata». Quanto alla presenza del figlio, «si tratta di un adulto arrivato recentemente dal Marocco» e, aggiunge l’assessore, «ora entrambi sono senza alloggio».
Il Comune, spiega, ha garantito un’accoglienza temporanea in ostello presso la Caritas per qualche giorno, «ma non possiamo assegnare una casa a chi non ne ha i requisiti». Mazzoni sottolinea infine che «nella giornata di ieri sono stati eseguiti altri due sfratti e, in entrambi i casi, sono state trovate soluzioni provvisorie per gli interessati».
I due uomini sfrattati resteranno fino a martedì nell’ostello di via Mazzani. Nella giornata di martedì sosterranno il colloquio con lo sportello del centro di ascolto della Caritas per trovare un’altra soluzione abitativa.