“Smart City, revoca legittima”. Abonante e Laguzzi: “Avevamo ragione noi”
Il Comune di Alessandria e il Gruppo Amag incassano una vittoria definitiva: «Revoca necessaria e rispettosa della legge, così come per la gestione dei cimiteri»
ALESSANDRIA – Il Consiglio di Stato ha dato ragione al Comune di Alessandria e al Gruppo Amag. Confermando la piena legittimità della revoca del project financing da 64 milioni di euro per la realizzazione dell’infrastruttura Smart City, avanzata dalla società Green Wolf. Una sentenza che pone fine a una lunga vicenda amministrativa e rafforza la scelta dell’Amministrazione Abonante e del Gruppo Amag di interrompere un progetto giudicato dannoso, insostenibile e inadatto alle reali esigenze della città.
Soddisfazione è stata espressa dal sindaco Giorgio Abonante. «Il Comune e Amag hanno vinto anche al Consiglio di Stato, confermando che sulla revoca di Smart City avevamo ragione. Quel piano sarebbe stato dannoso per la città, con un costo esorbitante di 64 milioni di euro e soluzioni inadeguate. Oggi Alessandria inizia ad apprezzare un nuovo sistema di illuminazione pubblica moderno ed efficiente proprio grazie alla decisione coraggiosa di bloccare quel progetto. Questo dimostra che quando un appalto è sbagliato, va revocato senza esitazioni ma nel pieno rispetto della legge, come abbiamo fatto».
Laguzzi: «Serietà, determinazione e rispetto della legge, anche per i cimiteri»
Sulla stessa linea l’Assessore alle Partecipate, Giorgio Laguzzi, che sottolinea come “questa vittoria giudiziaria rafforzi un metodo amministrativo basato su determinazione, legalità e attenzione agli interessi pubblici. Questa sentenza conferma che le revoche, se fatte nel modo corretto, tutelano la città e i cittadini. Lo abbiamo fatto per Smart City e stiamo procedendo allo stesso modo con la gestione dei cimiteri. Servono serietà e determinazione, senza mai derogare al rispetto delle norme. Stiamo affrontando uno a uno i problemi lasciati irrisolti per anni e continueremo a farlo con la stessa responsabilità».