«Strategie per le imprese di città e provincia. E anche per il Made in Monferrato»
Parla Pier Domenico Garrone, che sarà ospite come relatore al festival di Trento
ALESSANDRIA – Pier Domenico Garrone, per il secondo anno invitato come relatore al Festival dell’Economia di Trento, ha scelto di mantenere la sede della sua attività nazionale ad Acqui Terme.
Un segnale forte per chi crede che il Made in Italy della comunicazione e dell’innovazione possa (e debba) nascere anche in provincia.
Garrone, lei è un autorevole esperto di comunicazione ed economia digitale in italia. Perché ha scelto di mantenere la sede della sua attività ad Acqui Terme?
La città rappresenta la mia storia personale e professionale. Credo fermamente che il vero Made in Italy nasca soprattutto nei territori e nelle province, dove ci sono radici solide e una capacità di interpretare i cambiamenti senza perdere di vista i valori autentici. La mia attività si sviluppa su scala nazionale, ma la scelta di restare ad Acqui è un modo per dimostrare che l’innovazione e la qualità non sono appannaggio esclusivo delle metropoli. Qui si può crescere, creare valore e generare competenza, portando il territorio al centro delle sfide digitali.
Il suo messaggio al Festival è “comunicare per crescere”. Cosa significa concretamente?
Significa che, oggi più che mai, la comunicazione deve essere uno strumento di crescita reale, non di manipolazione. La propaganda, le fake news, la superficialità hanno impoverito il dibattito pubblico e indebolito la fiducia nelle istituzioni e nelle imprese. Serve recuperare la centralità della competenza: solo chi conosce davvero i temi, chi sa usare i dati e le tecnologie con responsabilità può aiutare le aziende, le Amministrazioni e i cittadini a crescere. Comunicare bene significa anche creare valore economico, sociale e reputazionale per il territorio. Oggi la web reputation fa la differenza nei bilanci delle aziende. Istituzione e aziende dovrebbero produrre un bilancio della comunicazione per curare i propri interessi.
Come si può tradurre questo approccio in opportunità per la provincia di Alessandria?
Il nostro territorio ha tutte le carte in regola per essere protagonista nell’economia digitale: università, imprese innovative, un tessuto sociale ricco di energie. Occorre innestare una cultura della comunicazione che punti sulla reputazione, sull’autenticità, sulla trasparenza. Dobbiamo formare giovani e imprenditori a gestire la propria immagine online, a valorizzare i prodotti e le eccellenze locali, a dialogare con il mondo senza complessi di inferiorità. È questa la sfida che porto avanti con “Il Comunicatore Italiano”: fare della provincia un laboratorio di crescita e di innovazione della classe dirigente, perché sia capace di parlare al Paese e all’Europa.
Il Festival di Trento è un palcoscenico internazionale. Che valore ha, per lei e per la provincia di Alessandria, essere presente come relatore?
È un riconoscimento professionale importante, ma anche una responsabilità. Portare la voce di Acqui Terme e dell’Alessandrino in un contesto così prestigioso, significa dimostrare che la competenza non ha confini geografici. Il Festival del Sole 24 Ore è l’occasione per confrontarsi con i migliori esperti mondiali, per apprendere e per restituire al territorio idee e strumenti concreti. Il mio invito è chiaro: dare spazio a chi sa fare. Solo così costruiremo un futuro solido per le nostre comunità.
Quanto è strategico oggi il ruolo dell’informazione locale, rappresentata da testate come Il Piccolo, per sostenere la crescita economica e sociale del territorio e per lanciare il Made in Monferrato a livello nazionale e internazionale?
L’informazione locale è il primo motore di consapevolezza e coesione per una comunità. Testate come Il Piccolo svolgono una funzione fondamentale non solo nel raccontare le eccellenze e le sfide del territorio, ma anche nel connettere cittadini, imprese e istituzioni. In un’epoca di trasformazione digitale, la reputazione di un territorio si costruisce proprio a partire da una narrazione autentica e competente delle sue risorse, delle sue imprese e delle sue persone. Il Made in Monferrato ha bisogno di essere raccontato con professionalità, valorizzando le storie, le innovazioni e le tradizioni che lo rendono unico. Un investitore si associa solo a una reputazione inappuntabile. L’editore de Il Piccolo mi pare abbia già fatto molto, portando eventi nazionali ad Alessandria. Ricordo la presenza di Roberto Cingolani, di Fabio Tamburini, gli incontri nazionali con il Corriere della Sera-Corriere di Torino. Un investimento-contributo dedicato al fare e al dialogo. Qui le imprese sanno di poter ritrovare ne Il Piccolo un riferimento utile per la loro comunicazione e le loro relazioni di business. Quelli del giornale della provincia sono stati gli eventi che più hanno generato consenso e notorietà, superando i confini locali. Per questo, faccio i migliori auguri per i prossimi 100 anni all’editore, ai giornalisti e ai lettori.