Ex Ilva di Novi, Ravetti (Pd): “Cirio riferisca subito in Consiglio. Basta chiacchiere”
Il vicepresidente del Consiglio regionale chiede al presidente di affrontare il tema in Aula. L'azienda vuole la cassa integrazione per quasi 4mila lavoratori
TORINO – Il crescente numero di cassintegrati nello stabilimento ex Ilva di Novi Ligure ha riacceso la tensione nel mondo politico piemontese. Anche perché i numeri fanno paura: il sito di Taranto ne avrà 3.538, quello Genova 178, Novi Ligure 163 e Racconigi 45.
A intervenire con forza è Domenico Ravetti, vicepresidente del Consiglio regionale del Piemonte, che ha chiesto formalmente al presidente Alberto Cirio di riferire in Aula sulla situazione dello storico polo siderurgico. “Non possiamo più limitarci a dichiarazioni di vicinanza o a esprimere preoccupazione – afferma -. È il momento di pretendere chiarezza definitiva sulle prospettive industriali dell’Ex Ilva”.
Secondo Ravetti, finora le risposte delle istituzioni si sono limitate a “tavoli di crisi con conferenze stampa successive, che non hanno portato risultati concreti”. Per questo, l’esponente del Partito Democratico piemontese lancia un appello diretto: “Serve un piano nazionale serio e strutturato per la siderurgia italiana. Senza il quale continueremo ad assistere al dissolversi di posti di lavoro in tutto il comparto”.
“Il Piemonte non può restare a guardare”
La richiesta di Ravetti è netta: la Regione Piemonte deve assumere un ruolo attivo nella vicenda . E non accettare passivamente il declino occupazionale del settore, che in provincia di Alessandria ha rappresentato per decenni un pilastro produttivo e sociale”.
“Non possiamo assistere impotenti alla scomparsa della siderurgia piemontese – conclude -. Per questo chiederò che Cirio porti l’informativa in Consiglio regionale, per una discussione seria, pubblica e trasparente su ciò che intende fare la Regione”.