FC Alessandria, Alberto Merlo e l’orso tatuato
Il tecnico lo aveva annunciato a San Giusto e lo ha fatto, insieme alla figlia Alice
ALESSANDRIA – L’ha svelato a San Giusto Canavese, pochi minuti dopo la conquista dell’Eccellenza, abbracciando l’ispiratrice di questa promessa, la figlia Alice.
“Mi ha detto: Papi, se va tutto come deve andare, questa volta ci tatuiamo un orso sul braccio”. Alberto Merlo lo ha fatto, insieme ad Alice che, da quando il tecnico acquese è sulla panchina dei Grigi, ha seguito tutte le partite, al Moccagatta e in trasferta. “Sev lei è sugli spalti i risultati sono sempre importanti. E’ la mia zampa di coniglio, il mio portafortuna”.
Però mai prima in carriera né il tecnico, né Alice avevano scelto di portarsi sempre addosso un segno distintivo, il simbolo dell’identità grigia. L’Orso appunto.
Alberto e Alice Merlo dopo la matematica promozione (foto Museo Grigio)
Questa volta, e anche questo è un segnale che va letto oltre il gesto, invece lo hanno fatto. Per Merlo è, anche, la sottolineatura di un legame, con la società e con la piazza. “Vincere un campionato ad Alessandria – il pensiero nei giorni della promozione – è come una tesi di laurea”.
Anche lui, Merlo, aspetta indicazioni dalla dirigenza, in questo momento concentrata ad ascoltare proposte di gruppi, e a districarsi tra serbo bosniaci, americani, arabi e indiani. Una indicazione chiara, però, l’ha data al Moccagatta, appena finita la gara con la Gaviese. “Conterà molto conservare l’alessadrinità. E che questa alessandrinità abbia le mani libera per agire, senza ostacoli“.