Nocciole del Monferrato: Coldiretti chiede il riconoscimento della “cru”
Avviato l’iter per valorizzarne la qualità e la tracciabilità. Coinvolti i comuni di Alessandria e Asti. Studio affidato a “I Marchesi del Monferrato” e all’agronomo Alberto Pansecchi
ALESSANDRIA – Con l’incontro “La vera storia della nocciola del Monferrato”, tenutosi nell’ambito della rassegna Golosaria, Coldiretti Alessandria e Coldiretti Asti hanno rilanciato con forza la richiesta di ottenere in tempi rapidi il riconoscimento della “cru” per le nocciole del Monferrato, prodotto identitario del territorio.
La richiesta si basa sulla volontà di tutelare una produzione di alta qualità, strettamente legata al paesaggio e alla storia agricola del territorio. Il riconoscimento permetterebbe di rafforzare la tracciabilità, difendere i produttori locali e offrire più garanzie ai consumatori. Monica Monticone, presidente di Coldiretti Asti, ha evidenziato come “la denominazione Monferrato darebbe valore al prodotto e al territorio”. Auspicando quindi “un futuro confronto anche con altre realtà piemontesi per una promozione condivisa”.
Più di 9.000 ettari tra Asti e Alessandria
Nell’area tra Asti e Alessandria si estendono oltre 9.000 ettari di noccioleti. Che trovano sulle Colline del Monferrato condizioni ambientali ideali per esprimere al meglio le qualità della Tonda Gentile Trilobata. Rendendola unica a livello internazionale.
Il presidente di Coldiretti Alessandria, Mauro Bianco, ha sottolineato come “il percorso, avviato nel 2021, abbia già portato al deposito della documentazione al Consorzio di Tutela della Nocciola del Piemonte. Una ‘cru’ significherebbe proteggere un nome e un prodotto che rappresentano la nostra storia. Potremmo finalmente distinguere le nostre nocciole da quelle di dubbia provenienza e qualità”.
Lo studio per il riconoscimento è stato affidato per la parte storica al Circolo “I Marchesi del Monferrato”, presieduto da Emiliana Conti. Per la parte tecnica, invece, si è pensato all’agronomo Alberto Pansecchi, responsabile corilicolo di Coldiretti Alessandria. Che ha illustrato le caratteristiche genetiche della Tonda Gentile Trilobata, sottolineandone la stabilità e l’omogeneità. Qualità emerse dagli studi scientifici condotti dall’Università di Torino negli anni ’90.
Contratti di filiera e sostenibilità per il futuro della corilicoltura
Durante il convegno è stato rimarcato come, per far crescere produzione e qualità, sia fondamentale rafforzare i contratti di filiera. Come quello ad esempio attivo tra Coldiretti Piemonte e Novi Elah Dufour. Che assicura una valorizzazione reale della nocciola monferrina e un patto diretto tra produttori e territorio. In un contesto segnato dal cambiamento climatico, sarà decisiva l’integrazione tra ricerca, cooperazione e innovazione sostenibile.
Marco De Vecchi, presidente dell’Accademia Agricoltura di Torino e dell’Osservatorio del Paesaggio di Asti, ha ribadito il valore della nocciola “come simbolo della biodiversità agricola e paesaggistica del Monferrato“. E, nel corso dell’incontro, si è pure ricordato che la nocciola è alla base del Gianduiotto, simbolo del Piemonte. Capace di unire cacao e zucchero a nocciole della tradizione, nate proprio in Monferrato, terra di origine anche della maschera di Gianduia.
La giornata si è poi conclusa con una degustazione guidata di diverse varietà di nocciole e assaggi della tradizionale Torta di Nocciole di Montiglio Monferrato. Un esempio concreto di come la qualità del prodotto e la storia locale possano fondersi in un’unica esperienza sensoriale.