Tartufi: Isnardi, Calderoni e Ravetti (Pd) chiedono a Cirio di difendere i trifolao
I consiglieri regionali 'dem' lanciano l’allarme sul disegno di legge nazionale che limita l’attività di cerca. “Una minaccia al patrimonio culturale del Piemonte riconosciuto dall’Unesco”
TORINO – Il gruppo regionale del Partito Democratico interviene a tutela della cerca e cavatura del tartufo, dopo l’incontro tra il senatore Giorgio Bergesio e le associazioni dei trifolao al Centro Nazionale Studi Tartufo di Alba. Il consigliere Fabio Isnardi, eletto nella provincia di Asti, ha depositato un’interrogazione urgente, firmata anche da Mauro Calderoni (Cuneo) e Domenico Ravetti (Alessandria), per sollecitare un intervento della Regione Piemonte contro la proposta di legge attualmente in discussione al Senato.
Secondo Calderoni, la proposta normativa rischia di vietare la cerca tradizionale in numerose aree. Tra cui tartufaie coltivate, alvei fluviali e terreni incolti da meno di dieci anni, limitando drasticamente l’attività dei cercatori. “Si tratta di una tradizione profondamente legata al paesaggio e all’identità culturale delle nostre comunità” ha sottolineato il consigliere cuneese.
Per Domenico Ravetti, vicepresidente del Consiglio regionale, la posta in gioco è ben più ampia di un’attività economica. “Parliamo di un equilibrio costruito nei secoli tra uomo, ambiente e territorio. Non si può approvare una norma nazionale senza ascoltare le realtà locali. Il Piemonte deve farsi sentire e coinvolgere direttamente il Governo”.
Una richiesta chiara al presidente Cirio
I tre consiglieri chiedono al presidente Alberto Cirio di:
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intervenire presso Governo e Parlamento per chiedere una revisione della proposta di legge.
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aprire un tavolo con trifolao, parlamentari piemontesi e Ministero dell’Agricoltura.
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riferire in Consiglio regionale su ogni sviluppo.
La manifestazione nazionale annunciata per il 14 giugno conferma il crescente malcontento dei trifolao. “Ma non devono essere solo i cercatori a difendere questa tradizione. La Regione deve esporsi con chiarezza, senza ambiguità e senza ritardi” concludono Isnardi, Calderoni e Ravetti.