Valeria Cagnina al Soroptimist: “Rivoluzionare l’educazione con la passione e la tecnologia”
Dalla robotica al Mit di Boston, fino alla formazione innovativa con Ofpassion: una serata dedicata a sogni, intelligenza artificiale e nuovi modelli educativi
ALESSANDRIA – Il Club Soroptimist di Alessandria ha ospitato una protagonista d’eccezione: Valeria Cagnina, giovane innovatrice e cofondatrice di Ofpassion. Un’azienda di formazione innovativa che mette al centro del processo educativo la passione e la crescita personale. Una storia di determinazione precoce, quella di Valeria. Che a soli 15 anni riesce a entrare al Mit di Boston per lavorare come Senior Tester nel progetto Duckietown, dopo aver scritto decine di email e dimostrato tenacia e visione.
È proprio negli Stati Uniti che Valeria scopre che l’apprendimento non deve essere noioso, ma può trasformarsi in un’esperienza attiva e coinvolgente. A 17 anni è inserita tra le Inspiring Fifty italiane, mentre a 18 Forbes la seleziona tra i 100 Under 30 che cambieranno l’Italia. Nel 2019 fonda invece Ofpassion insieme a Francesco Baldassarre, anche lui presente all’incontro. Obiettivo, proporre un modello formativo rivolto a bambini, ragazzi, adulti e aziende, con un focus su creatività, competenze trasversali e tecnologia.
Domande e riflessioni su AI e impatto educativo
La serata, moderata dalla presidente Barbara Paglieri, ha visto un vivace confronto tra le socie. Tra i temi discussi:
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L’evoluzione dell’intelligenza artificiale e il suo impatto nei contesti educativi.
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Le esigenze di training approfondito per implementare modelli educativi alternativi (Anna Maria Paravidino).
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Le metriche di valutazione dell’efficacia degli interventi formativi (Lisi Vicarelli).
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Il rapporto tra committenza aziendale e percorsi personalizzati (Pierpaola Caselli).
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La possibilità di applicazione del metodo nelle istituzioni pubbliche, come scuole e servizi sociali (Stefania Guasasco).
Valeria Cagnina
Un’educazione fondata sui sogni e sulla soggettività
Valeria Cagnina ha ribadito la sua visione: mettere i “Dreamer” – bambini, ragazzi e adulti – al centro del processo educativo. Con l’obiettivo di un apprendimento più umano, autentico, trasformativo.
Le socie hanno quindi condiviso un’ampia riflessione finale sull’importanza di dispositivi di sostegno alla soggettivazione, in grado di rispondere alla complessità delle comunità educanti e sociali.