Adriano Di Saverio: 'Pfas, ci sono dati che destano preoccupazione'
ALESSANDRIA - Il disastro ambientale ha due volti. Quello turbato dei Comitati territoriali e, ad esempio, del presidente della Commissione…
SPINETTA MARENGO – Polo chimico: in sede di Conferenza dei servizi per il rinnovo dell’Aia – sotto l’egida della della Provincia – l’Asl Al non si è presentata, e non ha ancora inviato pareri.
Qual è il motivo visto che si tratta di un iter importante che mira a verificare la compatibilità ambientale in questo caso specifico di Syensqo (ex Solvay)?
Lo abbiamo chiesto all’Azienda sanitaria, che spiega esserci stato un impedimento organizzativo. E gli addetti ai lavori starebbero preparando il parere da inviare al pool di esperti.
Intanto, la Provincia starebbe accelerando i lavori – su cui mantiene il massimo riserbo – per chiudere l’iter entro l’estate.
Ricordiamo, soprattutto agli addetti ai lavori, che il territorio su cui poggia le proprie basi il polo chimico è stato sottoposto – nel tempo – a un disastro innominato colposo (di origine ambientale), come da sentenza della Cassazione del 2019.
E’ in corso un procedimento penale per un’ipotesi di disastro ambientale bis.
I biomonitoraggi indipendenti e quello della Regione hanno evidenziato che nel sangue dei cittadini sono presenti Pfas anche ad alti livelli.
E, recentemente, una coraggiosa sentenza del Tribunale di Vicenza ha riconosciuto una correlazione tra l’esposizione ai Pfas del dipendente di una industria chimica di Trissino al tumore che lo ha ucciso.
L’inquinamento da Pfas approda in Regione con un’interrogazione a risposta immediata rivolta alla Giunta da Alice Ravinale, consigliera regionale del Piemonte e capogruppo di Alleanza Verdi e Sinistra.
«L’esposizione ai Pfas è cancerogena: a confermarlo è stata, per la prima volta in Italia, una sentenza del Tribunale di Vicenza – scrive Ravinale sui social – Una sentenza che segue l’allarme già lanciato da Greenpeace, e rilanciato dall’Ordine dei Medici di Torino la scorsa settimana…».
Adriano Di Saverio: 'Pfas, ci sono dati che destano preoccupazione'
ALESSANDRIA - Il disastro ambientale ha due volti. Quello turbato dei Comitati territoriali e, ad esempio, del presidente della Commissione…
La consigliera entra nel merito dell’Autorizzazione integrata ambientale (più nota con l’acronimo Aia).
«Se quello stabilimento (il polo chimico di Spinetta, ndr) continua a produrre Pfas – continua – è imprescindibile che lo faccia nella massima e assoluta sicurezza rispetto alle emissioni in aria e acqua, e alla gestione dei rifiuti…».
«Con un question time ho chiesto alla Giunta Regionale se è davvero così, rilevando che l’autorizzazione ambientale della ex Solvay è scaduta nel 2022 e che la procedura di rinnovo, avviata nel 2021, sta andando a rilento – spiega – Soltanto negli ultimi due mesi ci sono stati incontri della Conferenza dei servizi, che è rimasta ferma per oltre tre anni».
Poi si sofferma sulla risposta ricevuta dalla Giunta.
«Purtroppo – scrive – la risposta è preoccupante: nonostante sia Arpa a seguire tecnicamente il procedimento, la Giunta mi ha risposto di aver delegato alla Provincia le competenze in materia e ha poi sciorinato le attività che starebbe facendo ex post per monitorare il problema».
“Tracce di Pfas nel raggio di chilometri dal polo chimico”
«I monitoraggi effettuati da Arpa e i primi esiti del biomonitoraggio avviato dalla Regione Piemonte in questa legislatura dimostrano che vi sono tracce di Pfas nel raggio di chilometri rispetto allo stabilimento. In particolare, Arpa Alessandria ha riscontrato il cancerogeno Pfoa nei pozzi esterni al sito a valori superiori la soglia nazionale per le acque sotterranee nel 2024».
«È irragionevole che la Regione, tramite Arpa, faccia i monitoraggi e rilevi i Pfas, disponga altri biomonitoraggi per rendere la popolazione consapevole dell’inquinamento presente, ma poi non si preoccupi di accertarsi che il percorso di autorizzazione si completi e che lo stabilimento rispetti prescrizioni idonee ad evitare la contaminazione».
«Quando si tratta di sostanze cancerogene – conclude – non basta monitorare, bisogna prevenire».