Lercaro, fine di una storia secolare. Casa di riposo in liquidazione
La struttura chiude sommersa dai debiti
OVADA – C’è ora un punto fermo nella crisi infinita nella quale si dibatte la casa di riposo di Lercaro. Qualche giorno fa la Regione ha messo in liquidazione la struttura nata come Ipab, grazie a un lascito della marchesa Battina Franzoni e per anni punto di riferimento pubblico sul tema degli anziani non autosufficienti sul territorio. L’attuale residenza per gli anziani è gestita da Pro.ges, la cooperativa che nella primavera scorsa si è aggiudicata la gara grazie all’offerta formulata per i prossimi 67 anni. Se il giorno dell’aggiudicazione sembrava aprirsi una pagina nuova, le sensazioni positive sono state velocemente spazzate via.
Lercaro si è inabissata sotto il peso di un debito emerso in tutta la sua gravità tra il 2016 e 2017 ma contratto in gran parte negli anni precedenti con le cooperative chiamate a fornire i servizi essenziali. L’ultima pagina si è aperta di fatto nel 2020 con la nomina del commissario straordinario Ivana Nervi, chiamata per gestire la transizione da ente pubblico a Fondazione. Se alla fine un gestore è stato individuato, altrettanto non è stato possibile fare con la modificazione dello stato giuridico.
Situazione critica
Lo scorso 2 aprile Lercaro è stato oggetto di un incontro in Regione. In quell’occasione sono stati analizzati i numeri del bilancio presentato nel 2024, l’ultimo esercizio concluso. La quota dei debiti ammonterebbe a 1 milione 300 mila euro, una situazione per la quale si è rivelato impossibile individuare un correttivo. A esprimere timore sulla situazione era stato proprio il sindaco di Ovada, Gianfranco Comaschi all’atto della costituzione della commissione consigliare chiamata a far piena luce sugli eventi recenti attorno alla casa di riposo.
La polemica forte si era manifestata nella settimane precedenti per la firma da parte del commissario Nervi, ora dimissionaria, di un pre accordo per la cessione dei terreni con una società interessata all’installazione di pannelli fotovoltaici. Netta l’opposizione manifestata dai sindaci, in particolare quelli dei comuni indicati nel lascito originale. Alla fine, la Regione, in accordo con la commissaria e con il sindaco Comaschi, ha disposto la liquidazione dell’Ipab.
Il prossimo passo sarà la nomina di un liquidatore chiamato a vendere quello che è possibile cedere per coprire, almeno in parte, i debiti.