Comitato Vivere in Fraschetta e polo chimico: "Ridurre emissioni, gli Enti ci tutelino"
ALESSANDRIA - A tre anni dalla prima riunione, questa mattina, venerdì 11 aprile, dalle 9.30, presso la sede della Provincia…
ALESSANDRIA – Nel 2020 il Comune di Alessandria aveva approvato solo in parte e con molte prescrizioni l’aggiornamento del piano di monitoraggio delle acque sotterranee e della barriera idraulica sulla messa in sicurezza operativa (procedimento di bonifica interna allo stabilimento di Spinetta Marengo).
Su questa decisione, chi gestiva il polo chimico aveva presentato ricorso. Il Tribunale Amministrativo Regionale per il Piemonte (Sezione seconda) lo ha dichiarato inammissibile, per cui quei diktat dell’amministrazione devono essere rispettati.
Comitato Vivere in Fraschetta e polo chimico: "Ridurre emissioni, gli Enti ci tutelino"
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Il Comune di Alessandria si era basato sui pareri contrastanti espressi da Arpa (a quel tempo il Dipartimento di Alessandria era diretto da Alberto Maffiotti) e della Provincia.
Aveva inoltre fatto riferimento alla «particolare situazione della falda che si attestava ancora a livelli piezometrici al di sopra della soglia d’allarme e al ritrovamento del cC6O4 nella falda esterna che, ipotizzando che tale sostanza possa rappresentare il tracciante della mobilità dei composti inquinanti storici porta a manifestare forti dubbi sull’effettiva efficacia della barriera idraulica in termini di contenimento».
Spinetta, la falda è inquinata ben oltre l’effetto della barriera idraulica
Arpa ha pubblicato i dati riferiti al periodo ‘dicembre 2021 - marzo 2022’ e non sono incoraggianti
Il dubbio sull’efficacia della barriera idraulica aveva provocato contestazioni. Così sono stati articolati due motivi di ricorso: eccesso di potere per carenza istruttoria, difetto di motivazione, nonché per illogicità, irragionevolezza e contraddittorietà intrinseca.
Il ritrovamento fuori dal sito del cC6O4, per i ricorrenti, sarebbe da attribuire non al malfunzionamento della barriera idraulica ma all’innalzamento della falda sotterranea causato dalle eccezionali precipitazioni che si sono verificate nel 2014 e nel 2019.
Questo secondo chi ha presentato il ricorso, che ne ha ribadito il carattere meramente cautelativo rimettendo al Collegio la valutazione in ordine all’effettiva lesività del provvedimento comunale impugnato. La causa è stata discussa il 19 febbraio 2025. I giudici hanno dato ragione agli Enti.