Alessandria: l’inno di Mameli divide i genitori, la scuola spiega cos’è accaduto
I fatti all'Infanzia 'Pensogioco', al quartiere Cristo. C'è chi ha pensato di non aver potuto cantare
ALESSANDRIA – L’Inno di Mameli è stato causa di qualche incomprensione in una scuola alessandrina, quella dell’Infanzia “Pensogioco”. C’è chi pensava di doverlo cantare in occasione della Festa della Repubblica, e chi invece, di fronte alla frase “siam pronti alla morte” ha mostrato perplessità alle maestre. Pensieri che hanno valicato il cancello della scuola e che abbiamo approfondito con le insegnanti e l’assessore comunale Irene Molina (Pubblica Istruzione).
I fatti si riferiscono alla scorsa settimana. L’insegnante fiduciaria della ‘Pensogioco’ spiega il lavoro delle maestre nei confronti degli alunni più piccoli.
“Come previsto dal programma ministeriale – sottolinea – in occasione della Festa della Repubblica abbiamo fatto un pochino di Educazione civica. Il che comprendeva la conoscenza del Tricolore. Abbiamo perciò fatto sentire l’inno nazionale, spiegando che viene cantato in occasione di gare sportive o quando una squadra o un atleta italiano vincono una manifestazione o una medaglia d’oro. È, insomma, l’inno della nostra nazione. I bambini hanno dipinto una bandierina che poi hanno portato a casa”. L’attività scolastica, in sostanza, si è conclusa con la festa della Repubblica.
Chieste spiegazioni
Forse, secondo quanto abbiamo appreso non dal corpo docenti, c’era chi pensava di poter cantare l’inno tutti insieme a scuola e così non sarebbe stato. “È stato insegnato – continua la fiduciaria – all’interno dell’attività didattica prevista, come detto in un percorso di Educazione civica. Non per la festa (del 4 giugno, ndr). Per quell’occasione avevamo in programma Peter Pan, favola che ha seguito i bambini durante tutto l’anno”.
La scuola conferma che un genitore ha chiesto spiegazioni. “Corretto che si pongano domande agli insegnanti riguardo le attività pedagogiche. Qualcuno ha domandato e abbiamo spiegato, il tutto in un confronto pacifico. Non era previsto che fosse da eseguire in un festa in pubblico. L’obiezione era relativa alla parola morte, noi abbiamo spiegato che l’inno è quello – insiste l’insegnante – E che noi abbiamo posto l’accento sulle cose belle“.
L’assessore Molina, dal canto suo, ha precisato di essere sempre a disposizione dei genitori eventualmente per spiegare la genesi dell’Inno nazionale.