Lavagnina,
Società
Edoardo Schettino  
7 Giugno 2025
ore
08:46 Logo Newsguard
L'incontro

Lavagnina, Iren pronta a realizzare l’avandiga contro i fanghi

Vertice con le associazione al centro di Lerma

OVADA – Nella prima settimana di agosto si concluderà la parte più impattante dei lavori di manutenzione straordinaria dell’invaso della Lavagnina dal quale fuoriescono limi e fanghi che si riversano sui torrenti Gorzente e Piota. In quella data si potrebbe procedere a un parziale reinvasamento del lago.

«Occorre – hanno chiarito i tecnici di Iren nel corso dell’incontro pubblicato andato in scena ieri sera presso il centro polifunzionale di Lerma – intervenire per la sostituzione degli scarichi di fondo. Quello che stiamo facendo è necessario per evitare il rischio che la diga diventi inservibile. Anche questo evento avrebbe ripercussioni importanti sull’ambiente nel quale è collocata».

Ad ascoltare le parole dell’azienda, oltre ai vertici del Comitato nato per la tutela dei due torrenti, al presidente dell’Ente Parco Aree dell’Appennino Piemontese, l’assessore regionale alle Infrastrutture Enrico Bussalino, il presidente della Provincia Luigi Benzi, consiglieri regionali, sindaci dei comuni membro dell’Unione dal Tobbio al Colma e i comitati di zona di Legambiente. «Da parte degli enti preposti – ha chiarito Bussalino – ci sarà tutta la collaborazione necessaria. Serve però fare le cose bene e rapidamente perchè questo territorio bello ma fragile sta pagando un prezzo altissimo dal punto di vista economico». Anche nei giorni scorsi le acque dei due torrenti mostravano evidenti segnali di come il fenomeno di trascinamento a valle dei detriti non si sia arrestato.

Speranza meteorologica

Un momento caldo del dibattito

La Lavagnina è teatro dei lavori di manutenzione per la seconda estate consecutiva. «Confidiamo – hanno proseguito i tecnici di Iren – nei prossimi quindici giorni di meteo stabile. Sia l’azienda che gli appaltatori stanno lavorando su turno unico di 10 ore sette giorni su sette. Le lavorazioni sono proseguite anche il 2 giugno. Sfruttiamo tutte le ore di luce disponibili. La primavera non è stata piovosa come quella del 2024 ma ha comunque portato alcune criticità».

I lavori sono ripresi lo scorso 5 maggio dopo lo stop decretato nell’autunno 2024. Le operazioni di svaso sono state ripetute in diverse occasioni. «La movimentazione di limi – ha chiarito Iren – ha portato alla formazione di una sorta di anfiteatro che ci permetterà di avanzare il progetto da monte verso valle per intubare il primo tratto di condotte in quindici venti giorni, per poi installare le valvole previste e poi rivedere il lago parzialmente reinvasato».

In questo contesto sta per nascere l’avandiga indicata nelle prescrizioni di inizio lavori a mai precedentemente realizzata da Iren. «Contiamo tra oggi e domani di iniziare la costruzione. Da martedì, meteo permettendo, partirà l’installazione delle nuove tubazioni».

Timore generale

A spaventare chi ama la Lavagnina e la frequenta abitualmente è la possibilità di sversamento di limi, fanghi e detriti ad oggi presenti all’interno dell’invaso secondario della Cravaria. «Quello che ci attendiamo – ha incalzato Davide Castellaro, membro del comitato per la tutela dei torrenti – non è che si permetta a quel materiale di riversarsi nei corsi d’acqua perchè la legge lo consente. La cosa giusta da fare sarebbe eliminarne almeno una parte».

Le operazioni di pulizia promesse da Iren rimangono per ora una prospettiva ancora da meglio definire. Al termine dei lavori l’azienda procederà a un dragaggio puntuale meccanico con modalità che devono ancora essere definite.

Interesse comune

La Lavagnina è area che sta a cuore a molte persone. «In passato – è intervenuto Gianni Repetto, ex presidente del Parco Capanne di Marcarolo e ex sindaco di Casaleggio – battaglie ne abbiamo fatte tante, e qualcuna l’abbiamo anche vinta. Gli enti preposti non devono avere timore di adottare i provvedimenti necessari». «Un’ordinanza – la risposta del sindaco di Casaleggio, Alberto Caminati – avrebbe comportato lo stop dei lavori che sarebbe stata un’eventualità ben peggiore».

«Noi vorremmo fare un po’ paura ad Iren – l’affondo di Michela Sericano, presidente del comitato ovadese di Legambiente – Il nuovo decreto approvato qualche giorno fa in Regione porta con se tante belle parole e prescrizioni che in questa vicenda sono state largamente disattese. Proponiamo un incontro con tutti i cittadini per sentire un avvocato e acquisire informazioni su come è possibile fare una class action».

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