Cse Sanità: mensa aziendale, depositati i primi ricorsi contro l’Asl Al
ALESSANDRIA - Il Coordinamento Regionale di Cse Sanità–Flp Piemonte ha annunciato il deposito dei primi ricorsi giurisdizionali ex art. 414 c.p.c.…
TORINO – Il Piano socio sanitario 2025-2027 della Regione Piemonte entra nella fase di confronto pubblico. Ma già al primo incontro propedeutico, svoltosi il 16 giugno al Grattacielo della Regione, arrivano forti critiche da Cse Sanità Piemonte. Il sindacato, rappresentato dalla coordinatrice regionale Stefania Gallo e da Alessandro Campanino della segreteria nazionale, ha espresso un dissenso netto sulla visione proposta dall’assessore alla Salute Federico Riboldi.
Durante la riunione, Riboldi ha illustrato il documento base predisposto dalla Giunta, sottolineando come l’incremento di 4mila dipendenti nel sistema sanitario pubblico piemontese abbia inciso negativamente sui bilanci delle Asl regionali.
Cse Sanità ha respinto questa lettura: “3.600 operatori in più non bastano a colmare anni di blocchi contrattuali e assunzionali. Il vero problema non è l’aumento del personale, ma l’assenza di una governance competente e coerente, sia a livello regionale che aziendale”.
Secondo il sindacato, il sistema sociosanitario piemontese soffre di problemi cronici:
Debolezza della rete territoriale
Liste d’attesa in crescita
Personale demotivato e sottodimensionato
Assistenza psichiatrica e carceraria marginalizzate
Sbilanciamento crescente verso il privato
“La sanità pubblica arretra – denuncia Cse – mentre si continua a spingere verso ospedali e Pronto soccorso, in assenza di una vera rete di medicina territoriale integrata”.
Il sindacato ha comunque accolto con spirito costruttivo l’apertura al confronto, annunciando che presenterà le proprie proposte formali entro il 20 giugno, chiedendo anche un incontro tecnico con l’assessore Riboldi. Tuttavia, Gallo e Campanino non hanno nascosto l’amarezza: “In un anno di mandato, la nostra sigla – pur rappresentativa – non è mai stata convocata ai tavoli ufficiali. Questo mina la credibilità di un processo che dovrebbe fondarsi sul dialogo”.
Cse Sanità ribadisce che la salute non può essere soggetta a vincoli di bilancio o alla disponibilità economica dei cittadini. “Il principio dell’articolo 32 della Costituzione va garantito a ogni livello: dalla salute mentale alla prevenzione, dalla disabilità alle lunghe degenze”.
“Non c’è sanità pubblica senza ascolto, rispetto e risposte concrete. Continueremo a far sentire la nostra voce per chi lavora e per chi ha bisogno”, ha concluso il sindacato.
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