Caso Solvay: salta l’udienza, il Gup rinvia il fascicolo (spinoso) al 12 marzo 2026
Due dirigenti della multinazionale sono accusati dalla Procura di disastro ambientale colposo
ALESSANDRIA – Il fascicolo (spinoso) sul caso Solvay – attualmente davanti al Gup Andrea Perelli del Tribunale di Alessandria – prosegue con rinvii. Lunghi rinvii.
Slittate le udienze del settembre 2024 e del dicembre 2024, ora tocca a quella prevista il prossimo 26 giugno. Si torna in aula il 12 marzo 2026: un periodo che vedrà il Tribunale alessandrino alle prese con il trasferimento in altre sedi di molti magistrati.
Il Comune di Alessandria e quello di Montecastello hanno accettato la proposta della multinazionale (circa 100 mila euro ciascuno): l’amministrazione alessandrina si era costituita parte civile lamentando un danno d’immagine, mentre Montecastello un danno provocato dalla chiusura a scopo precauzionale del pozzo che alimentava l’acqua potabile del paese per la presenza del Pfas cC6O4 (prodotto dall’ex Solvay).
Inchiesta complessa
È un’inchiesta complessa, quella della Procura della Repubblica di Alessandria. E un proseguo altrettanto articolato, a quel che sembra.
Il procuratore Enrico Cieri (ora a Forlì) e il sostituto Eleonora Guerra avevano chiuso l’indagine nei confronti della Solvay di Spinetta Marengo contestando a Stefano Bigini, 62 anni (dal 2008 e fino al dicembre 2018 direttore di stabilimento), e ad Andrea Diotto, 47 anni (dal 1° gennaio 2013 direttore dell’Unità di produzione fluidi e dal 1° settembre 2018 direttore di stabilimento), un’ipotesi di disastro ambientale colposo.
Procedimento arenato
Il fascicolo è poi approdato davanti al Gup. E lì si è arenato perché è in corso una trattativa di risarcimento tra la società e le parti civili, tra cui la Regione e il Ministero dell’Ambiente. Potrebbero essere proprio questi gli scogli più complessi?
L’inchiesta bis ha preso il via dall’avvocato alessandrino Vittorio Spallasso (già motore del primo procedimento concluso nel 2019 con la sentenza della Corte di Cassazione che ha sancito il disastro innominato colposo, a carattere ambientale), con l’esposto firmato dal Wwf nel giugno 2020. Insieme alle colleghe Laura Pianezza e Greta Accatino, Spallasso assiste anche un centinaio di spinettesi.
«Nuova impostazione»
Sul punto, al termine dell’udienza del 20 dicembre 2024, erano intervenuti anche i legali Giuseppe Lanzavecchia, Davide Daghino e Fabiana Rovegno che rappresentano decine di spinettesi costituiti parte civile: «Sono iniziate delle trattative a seguito della nuova impostazione tecnica dei difensori della Solvay. È stato quindi aperto un tavolo, con l’auspicio da entrambe le parti di riuscire arrivare a un completo risultato nell’interesse della collettività. Certamente non è solo un problema di risarcimento danni, ma è necessario un concreto impegno a risanare l’ambiente, in modo particolare per quanto riguarda le acque e l’aria intorno allo stabilimento».