Processo Miteni: pene severe per l’inquinamento da Pfas
Il gruppo vicentino a Spinetta in più occasioni per supportare le azioni degli ambientalisti e dei gruppi della Fraschetta. Contaminare le acque con queste sostanze chimiche è un reato, e come tale va punito. Lo dice la Corte d'assise di Vicenza, che ha inflitto condanne variabili tra i 2 anni e 8 mesi e i 17 anni e mezzo.
VICENZA – Dopo 6 ore di Camera di Consiglio, il Tribunale ha emesso la sentenza sul ‘caso Miteni’. Undici condanne e 4 assoluzioni, per un totale di 141 anni di carcere nei confronti degli imputati riconosciuti colpevoli del maxi-inquinamento da Pfas delle acque superficiali, di falda e degli acquedotti in Veneto.
Inquinare le acque con i Pfas è un reato, e come tale va punito. Ce lo dice la Corte d’assise di Vicenza, che ha inflitto pene variabili tra i 2 anni e 8 mesi e i 17 anni e mezzo. Un inquinamento da sostanze perfluoroalchiliche (Pfas), che aveva avuto come fonte principale lo scarico industriale della industria chimica Miteni di Trissino (Vicenza).
“Ce l’abbiamo fatta, sentenza storica“: così commentano a caldo le Mamme NoPfas.
La mobilitazione delle Mamme NoPfas
Venerdì sera, oltre duecento persone guidate dalle MammeNoPfas, hanno dato vita a una fiaccolata davanti al Tribunale di Vicenza. Ognuno con una luce per chiedere giustizia e “una sentenza equa per il processo Miteni”.
Le Mamme No Pfas da anni hanno costituito un gruppo che si batte contro l’inquinamento da Pfas che ha colpito pesantemente il Veneto. Ma non si sono risparmiate neppure nella nostra zona. Più volte sono arrivate a Spinetta per far sentire la loro voce e aiutare i gruppi di ambientalisti a divulgare informazioni sulla pericolosità di questo tipo di contaminazione.
Ma si sono spinte oltre. Al tempo dell’indagine alessandrina hanno scritto una lettera all’allora procuratore capo portando la loro esperienza e la loro richiesta di esaminare con cura anche la situazione venutasi a creare ad Alessandria, Spinetta e in tutta la Fraschetta.
Il giudici vicentini erano chiamati a esprimersi sull’inquinamento che l’accusa ha addebitato alla Miteni di Trissino. Un’indagine nata dopo una serie di segnalazioni. Al termine dell’inchiesta, la magistratura aveva rinviato a giudizio quindici persone tra top manager della società e altre figure legate alla proprietà della spa (fallita).
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