Sostanze tossiche nei dispositivi di protezione, i pompieri esposti ai Pfas: «Siamo vulnerabili»
ALESSANDRIA - I vigili del fuoco sono una categoria più vulnerabile ai Pfas rispetto alla popolazione. Il motivo? La frequente…
ALESSANDRIA – C’è un elenco di Pfas sul referto che è stato consegnato mercoledì mattina a chi si è sottoposto al biomonitoraggio della Regione Piemonte. Tra questi il Pfoa (dichiarato cancerogeno), il Pfos e poi anche l’Adv e il GenX. Inutile far finta che sia tutto normale, perché la presenza di queste sostanze mette paura.
E tutte le persone con cui abbiamo parlato, devono farci i conti.
Sostanze tossiche nei dispositivi di protezione, i pompieri esposti ai Pfas: «Siamo vulnerabili»
ALESSANDRIA - I vigili del fuoco sono una categoria più vulnerabile ai Pfas rispetto alla popolazione. Il motivo? La frequente…
Per determinare quali livelli nel siero o nel plasma richiedano una valutazione clinica, la Commissione tedesca sul biomonitoraggio umano e le National Academies Usa hanno proposto valori guida.
Questi i valori soglia per la sommatoria di alcuni Pfas: 2 nanogrammi per millilitro, nessun effetto sulla salute; tra i 2 e i 20 esiste la possibilità di effetti avversi, specialmente in popolazioni sensibili; oltre i 20 è possibile un incremento del rischio.
Non siamo a conoscenza dell’esito complessivo, ma i referti mostrati mercoledì mattina non lasciano spazio ai dubbi. Molti hanno infatti valori tra i 10 e i 20 nanogrammi per millilitro. E qualcuno si avvicina ai 40.
Alla corsa di Marengo magliette e striscioni "No Pfas"
SPINETTA MARENGO - Alla 10 chilometri di Marengo di questa mattina c'era anche chi ha indossato la maglietta "No Pfas".…
Il numero di chi si è sottoposto alle analisi, secondo le informazioni di cui siamo a conoscenza, è però ancora troppo basso.
Nella seconda fascia interessata dal biomonitoraggio regionale, cioè quella in un raggio di tre chilometri dal polo chimico, le persone che volontariamente possono sottoporsi all’esame per verificare la presenza (o meno) di Pfas nel sangue sarebbero 8.500.
Al momento, circa trecento sarebbero quelli che hanno aderito.
“È vero che la Regione ha attivato il biomonitoraggio mettendoci la faccia – spiega una donna residente in Fraschetta di cui manteniamo l’anonimato – ma non vorrei che poi tutto finisse così“.
“Sono arrabbiata, preoccupata… Sinceramente, mi dà fastidio avere simili sostanze nel sangue. Io e mio marito siamo oncologici e abbiamo Pfas nel sangue. Stamattina mi hanno detto ‘lei è nel range, quindi ci sta perché non è preoccupante’. Non sono d’accordo, sono nella fascia di rischio (sopra i 2 e sotto i 20). E ho timore, perché nel mio sangue non li voglio. Non li voglio i Pfas – ripete – È inutile che i medici cerchino di non creare allarmismo, ritengo non sia giusto. Perché, anche se sembro una persona in salute, ho già dato, visto che mi hanno operato per un cancro. E quindi devo essere controllata a vita, perché le recidive sono all’ordine del giorno. Detto dagli oncologi. Ciò che stiamo vivendo – aggiunge ancora – è sotto gli occhi di tutti. Se poi i medici vogliono nascondere la realtà… Da una parte ci mettono la faccia, dall’altra minimizzano tutto».
«Ora sarebbe interessante predisporre un protocollo medico – spiega Fabrizio Boschetto del gruppo “Vivere in Fraschetta” – con dati sottoscritti. Ci hanno consigliato di andare dal nostro medico di famiglia, ma devono essere sensibilizzati a tale problematica. Inoltre, è importante che tutti si sottopongano alle analisi, perché trecento soggetti sono veramente troppo pochi. Bisogna informare le persone su come ci si iscrive sulle piattaforme».
C’è poi un dato che andrà analizzato: qualcuno che aveva già gli esiti dei monitoraggi indipendenti ha notato un aumento dei valori di alcuni tipi di Pfas.
Intanto, il gruppo “Vivere in Fraschetta” sta cercando soluzioni per sensibilizzare più persone possibili a partecipare al biomonitoraggio. Che, ricordiamo, è su base volontaria.