Un grido d’aiuto da Carrega Ligure
Una lettera molto accorata di un abitante del piccolo borgo valborberino, isolato ormai dal 2022
CARREGA LIGURE – Un grido di aiuto da Carrega Ligure. Purtroppo la situazione di isolamento di Carrega Ligure permane. Il piccolo borgo dell’Alta Val Borbera si trova a fare i conti con la nuova frana che ha interrotto la Sp 147, l’unico collegamento diretto tra Carrega Ligure e la Val Borbera.
Gli abitanti di questo angolo valborberino sono infatti costretti a passare per la Liguria per raggiungere casa. Dal momento che già nel 2022 un altro grosso smottamento aveva costretto la sospensione della circolazione, con successiva riapertura nel 2024. A marzo 2025, però, il problema è ricomparso con la caduta sulla carreggiata di massi rocciosi compromettendo nuovamente il transito. Un disagio che sta mettendo a dura prova i residenti e che è ben espresso in una lettera di un abitante di Carrega Ligure.
“Da un umile e privato cittadino alle Autorità competenti: Provincia di Alessandria, Regione Piemonte e Ministeri interessati. Da oltre tre anni Carrega Ligure è di fatto isolata. La frana sulla Sp 147 ha spezzato non solo una strada, ma il diritto alla mobilità, alla sicurezza e alla dignità di un’intera comunità. Da maggio 2022 i miei concittadini sono costretti a transitare fuori regione, passando dalla Liguria, per raggiungere i più basilari servizi. Ambulanze, corrieri e lavoratori subiscono disagi quotidiani inaccettabili in un Paese che si definisce civile. Nonostante i proclami, nessuna soluzione stabile è stata attuata. Si naviga a vista tra riaperture temporanee, sensori non funzionanti, ordinanze contestate e silenzi istituzionali“.
Un grido d’aiuto
“Nel frattempo – prosegue – si parla di fondi, progetti, promesse. Ma ciò che si concretizza è il fallimento, soprattutto per chi – come le imprese nate col bando “Borghi” – oggi rischia di morire soffocato. A ciò si aggiunge l’amarezza nel constatare che, mentre il nostro territorio viene dimenticato, si continuano a investire soldi pubblici in infrastrutture inutili, simboli di spreco e inefficienza. Spesso concepite lontano dai reali bisogni delle persone”.
“Un esempio facile? 20 milioni alla Fondazione post-olimpica, altri 10 per strutture semi-inutilizzate dopo Torino 2006 – prosegue la missiva -. Risorse svanite nel nulla, che avrebbero potuto sistemare decine di strade franate come la nostra. Dietro a questa strada chiusa ci sono persone vere, vite che continuano nonostante tutto. C’è una ragazza in dolce attesa, già madre di un bambino piccolo. Il suo compagno, ogni giorno, è costretto a “attraversare mari e monti” per raggiungere il lavoro. I tempi di percorrenza, assurdi e sproporzionati, gli impediscono di passare tempo con la propria famiglia. E in questo scenario quasi surreale, questa giovane donna trova conforto solo in ciò che le resta di socialità: un telefono e un’app. TikTok”.
Finestra social
Non sollo: “Lì è riuscita, contro ogni ostacolo, a costruirsi una piccola finestra sul mondo. Un tempo aveva 100.000 follower, ora – dopo aver dovuto rifare il profilo – è tornata a oltre 50.000. Segno di una voce che merita di essere ascoltata. Eppure, questa voce resta imprigionata in una valle dimenticata, ignorata da chi dovrebbe proteggerla. Se foste al loro posto, se doveste ogni giorno attraversare frane, sterrati e confini solo per andare al lavoro o ricevere un’ambulanza, continuereste a tacere? Loro, e io, non possiamo più farlo. Non è solo una questione tecnica, è una vergogna politica e una responsabilità civile che chi governa non può più ignorare”.
E quindi? “Chiediamo:
- un impegno urgente, pubblico e vincolante per la riapertura sicura della Sp 147.
- la definizione di una soluzione strutturale definitiva (come la galleria proposta).
- trasparenza sull’uso dei fondi pubblici e responsabilità sui ritardi.
Carrega Ligure non chiede privilegi. Chiede ciò che spetta a ogni cittadino: rispetto, ascolto e azione. E, se queste non arriveranno, sapremo come farci sentire”.
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In fede,
Massimiliano