Rinviato al 2026 il blocco dei diesel Euro 5 nel Bacino Padano
Approvato l’emendamento al Decreto Infrastrutture: slitta di un anno il divieto, coinvolti solo i comuni oltre i 100.000 abitanti
La Commissione Trasporti della Camera ha approvato l’emendamento al Decreto Infrastrutture che posticipa al 1° ottobre 2026 il divieto di circolazione dei veicoli diesel Euro 5 nel Bacino Padano. La misura, proposta da Fratelli d’Italia con il sostegno di Forza Italia e Lega, rappresenta un importante cambio di rotta nelle politiche ambientali regionali, offrendo un anno in più alle amministrazioni locali e ai cittadini per adeguarsi.
Rinvio del blocco diesel Euro 5: i contenuti dell’emendamento
Il rinvio del blocco diesel Euro 5 è stato inserito nel nuovo Decreto Infrastrutture grazie a un emendamento firmato dall’on. Enzo Amich (FdI), affiancato dai colleghi Fabio Raimondo, Silvio Giovine, Gaetana Russo e Maria Cristina Caretta. Oltre allo slittamento della scadenza, l’intervento prevede un allargamento della platea dei comuni esentati: la soglia demografica sale da 30.000 a 100.000 abitanti.
Secondo Amich, “la proposta concilia l’impegno per la transizione ecologica con un approccio più graduale e sostenibile”, riducendo l’impatto sulle famiglie e sui lavoratori, in un momento in cui cambiare auto rappresenta un costo significativo.
Le motivazioni politiche e sociali dietro il rinvio
Tra le ragioni alla base del rinvio del blocco diesel Euro 5, la difficoltà economica di molte famiglie nel cambiare veicolo, soprattutto in regioni come Piemonte, Lombardia, Veneto ed Emilia-Romagna, dove il blocco avrebbe colpito centinaia di migliaia di utenti.
Il consigliere regionale di Forza Italia Davide Buzzi Langhi, insieme ad altri esponenti azzurri, ha sottolineato come il blocco avrebbe coinvolto oltre 250.000 vetture in Piemonte, l’8% del parco circolante, comprese auto immatricolate nel 2015. “Fermare vetture di appena dieci anni – ha dichiarato – avrebbe colpito in modo insostenibile le fasce più deboli della popolazione”.
La posizione della Lega e le misure alternative
Soddisfazione anche dal fronte leghista, con il capogruppo alla Camera Riccardo Molinari, primo firmatario dell’emendamento. “Dare un freno alle follie di Bruxelles sull’Euro 5 è e sarà sempre un obiettivo della Lega – ha affermato –. Abbiamo garantito più tempo alle Regioni per predisporre misure alternative al blocco, come richiesto dai territori”.
Molinari ha inoltre chiarito che le restrizioni si applicheranno solo nei comuni con oltre 100.000 abitanti e dove i limiti di inquinamento risultano effettivamente superati. Un approccio più pragmatico e realistico, che tiene conto delle condizioni infrastrutturali e della qualità del trasporto pubblico locale.
Una transizione più graduale, ma non senza critiche
La misura è stata accolta con favore dai partiti di centrodestra, ma non mancano perplessità da parte di alcune associazioni ambientaliste, che temono un rallentamento nel percorso di abbattimento delle emissioni in un’area tra le più inquinate d’Europa.
Tuttavia, i promotori dell’emendamento insistono: le politiche ambientali devono essere eque, sostenibili economicamente e soprattutto efficaci, puntando su incentivi e alternative concrete piuttosto che su divieti generalizzati.