Cammino di San Marco. E se fosse davvero turismo?
ALESSANDRIA - E se il Cammino di San Marco diventasse un'occasione per fare turismo? La domanda sorge (quasi) spontanea a…
ALESSANDRIA – Una gita “a remi” per provare un’esperienza nuova: provare l’effetto che fa scendere lungo il Po.
“Pensavo che aderissero in pochi, invece si sono presentati in 15“. Sorride Carlotta Testa, la direttrice del collegio Santa Chiara di Alessandria, colei che ha lanciato l’idea che qualcuno avrà considerato stravagante e altri un’occasione da non perdere.
Dunque, in chiusura dell’anno scolastico (i più sono studenti universitari), tra una bicchierata e una festicciola meno impegnativa, ecco la gita sul Grande fiume (a far da guida, l’esperto barcé Angelo Bosio), con partenza dall’approdo di Rivarone, che in realtà è sul Tanaro.
Ma, dopo poche centinaia di metri, c’è la confluenza col Po e da lì la truppa dei 17 (15 più Bosio e la Testa) è andata spedita, a colpi di remi, fino a Balossa Biglia, attesa alla Tana del lupo, una trattoria dove gli sforzi di braccia sono stati ampiamente ripagati con un pranzo luculliano.
Cammino di San Marco. E se fosse davvero turismo?
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In tutto 22 km, che non sono pochissimi, specie se non si è allenati. Carlotta un po’ di pratica ce l’ha: d’altronde, ha sempre partecipato (anche da organizzatrice) al Cammino di San Marco, ovvero l’impresa (sempre a remi) con cui i partecipanti raggiungono la laguna veneta, partendo per l’appunto da Rivarone.
L’idea è del vescovo Guido Gallese, che ha trovato un bel modo per aggregare i giovani della diocesi. Stavolta, ha dovuto rinunciare al viaggio con gli ospiti del collegio, dai quali però ha avuto “feedback positivi”.
Da Balossa Bigli, il rientro è stato con due pulmini (che hanno pure riportato indietro le canoe). D’altronde, è già faticoso scendere lungo il Po, figurarsi procedere contro la corrente…