Piano socio-sanitario, è scontro: la Giunta vuole accelerare, il M5S attacca
Marrone e Riboldi: “Pronti a lavorare anche ad agosto per approvare il Piano”. I consiglieri regionali pentastellati: “Dopo sei anni nessun testo, solo tasse e rinvii”
TORINO – “La sinistra ci ripensi e collabori per approvare rapidamente il nuovo Piano Socio Sanitario Regionale”. L’appello arriva dagli assessori Maurizio Marrone (Welfare) e Federico Riboldi (Sanità ed edilizia sanitaria), che sollecitano la minoranza a evitare polemiche personali e concentrarsi sul merito. “Abbiamo svolto circa 300 audizioni, analizzato 150 documenti e ora stiamo lavorando intensamente con gli uffici per elaborare un testo che tenga conto di tutte le istanze ricevute”, affermano.
La richiesta è chiara: “Serve impegno fuori dagli orari canonici, anche ad agosto. La Sanità piemontese non può permettersi altri ritardi. Le polemiche sull’assenza di fondi aggiuntivi sono infondate: come sempre, saranno disponibili entro fine anno”.
Il Movimento 5 Stelle: “Ritardi inaccettabili dopo sei anni”
Durissima la replica del Movimento 5 Stelle, con la capogruppo Sarah Disabato e i consiglieri Alberto Unia e Pasquale Coluccio, che puntano il dito contro la Giunta Cirio. “Dopo sei anni di governo non esiste ancora un Piano socio-sanitario. È un atto fondamentale di programmazione, ma il centrodestra ha perso tempo”.
Secondo i pentastellati, “il lavoro di consultazione con le realtà sanitarie è stato gestito male e senza una visione strategica”. E rispondono con fermezza all’ipotesi di convocazioni in agosto: “Abbiamo già un impegno urgente: fermare l’aumento dell’Irpef voluto dalla Giunta. Se servirà, resteremo in Aula anche di notte. Con noi le provocazioni non funzionano”.
Sanità piemontese al centro dello scontro politico
Il Piano socio-sanitario è diventato il nuovo terreno di scontro tra maggioranza e opposizione. Da una parte, la volontà della Giunta di accelerare la redazione e l’approvazione del documento anche durante la pausa estiva. Dall’altra, l’accusa dell’opposizione di procrastinazione e scarsa efficacia, aggravata da scelte fiscali giudicate penalizzanti.