Poliziotto aggredito nel carcere di Alessandria: il Sappe chiede misure urgenti
ALESSANDRIA – Un nuovo episodio di violenza in carcere si è verificato nella serata di ieri presso la Casa Circondariale…
SAN MICHELE – Tre detenuti (un marocchino e due tunisini) hanno tentato di scappare dal penitenziario di San Michele (e non dalla Casa di reclusione di piazza don Soria come comunicato erroneamente in un primo momento, ndr). L’azione è stata neutralizzata dagli agenti della Polizia Penitenziaria. Lo denuncia il Sappe, Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria. I fatti sono stati ricostruiti da Vicente Santilli, segretario Sappe per Piemonte.
Tutto è accaduto verso le 13.10, durante l’ora d’aria nel cortile della sezione dove sono presenti i detenuti che richiedono particolari cautele a causa del loro comportamento. I tre, dopo aver richiesto con insistenza di poter stendere alcuni indumenti, hanno prelevato dal secchio in cui si trovava il bucato una corda artigianale. Composta da alcune strisce di stoffa annodate e unite a un gancio metallico, ricavato verosimilmente da un fornellino da campeggio.
I tre, ha spiegato il sindacalista, approfittando dell’accesso al cortile hanno cercato di agganciare la corda alla ringhiera superiore del muro perimetrale. Nel chiaro tentativo di guadagnarsi una via di fuga. Mentre due lanciavano più volte l’attrezzo verso l’alto, il terzo controllava i movimenti per evitare di essere scoperti.
L’intero piano, come è emerso, era stato accuratamente predisposto.
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Santilli evidenzia che solo “grazie al pronto e risoluto intervento degli agenti di Polizia Penitenziaria, il tentativo è stato bloccato sul nascere. E i tre detenuti sono stati ricondotti immediatamente nelle rispettive celle“. Erano già noti per le loro intemperanze; ed erano in quella sezione proprio perché refrattari al rispetto delle regole e inclini a episodi e autori di episodi non adeguati.
Il segretario ha espresso “il più vivo apprezzamento per la professionalità e la prontezza dei Baschi Azzurri. Che hanno saputo gestire con fermezza una situazione potenzialmente esplosiva. Si conferma ancora una volta quanto sia alta la soglia di attenzione richiesta agli agenti, spesso costretti a fronteggiare comportamenti sempre più organizzati e pericolosi da parte della popolazione detenuta. Per questo – ha concluso Santilli – ribadiamo la necessità di rafforzare gli organici e garantire strumenti adeguati a tutelare la sicurezza nelle carceri italiane e continueremo a vigilare affinché non si abbassi mai la guardia”.