Ex Ilva: un documento condiviso per tutelare lavoro e produzione
Economia, Politica, Società
Marzia Persi  
4 Agosto 2025
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21:00 Logo Newsguard
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Ex Ilva: un documento condiviso per tutelare lavoro e produzione

A Palazzo Dellepiane, oggi, si è tenuto un tavolo sul futuro dello stabilimento di strada Boscomarengo al quale era presente anche il commissario Francesco Zambon

NOVI LIGURE- Ex Ilva: un documento condiviso per tutelare lavoro e produzione. Si è svolto oggi a Novi Ligure il tavolo permanente regionale dedicato alla crisi dell’ex Ilva, al quale era presente Francesco Zambon in rappresentanza del gruppo ex Ilva in amministrazione straordinaria, oltre al presidente della Regione, Alberto Cirio, la vicepresidente Chiorino, l’assessore regionale Enrico Bussalino, il sindaco Rocchino Muliere insieme ai rappresentanti sindacali, alle Rsu dello stabilimento di Novi.

Ex Ilva: documento condiviso per tutelare lavoro e produzione

A conclusione dell’incontro si è deciso all’unanimità di stilare un documento da inviare immediatamente al Ministro Urso «Documento – ha sottolineato il presidente Cirio– proveniente dal sottoscritto e da tutti i partecipanti al tavolo (enti locali, sindacati e Rsu) che sarà trasmesso nei prossimi giorni al Governo nazionale.

Al centro del testo, cinque punti chiave condivisi da istituzioni e parti sociali: la strategicità dell’asset siderurgico, legato a doppio filo al futuro del sito di Taranto; l’unità d’intenti per un approccio complessivo e nazionale alla crisi; l’apertura a investimenti produttivi, purché finalizzati al rafforzamento e alla decarbonizzazione dell’intero gruppo; la tutela dell’occupazione, che deve restare al centro di ogni proposta industriale e deve rispettare precise tempistiche; il ruolo delle politiche attive del lavoro e della formazione come strumenti per accompagnare le trasformazioni tecnologiche del settore».

I tempi sono strettissimi perchè tutti attendono con preoccupazione il 12 agosto, data in cui si chiarirà l’eventuale adesione di Taranto al piano di programma interistituzionale. Oggi, comunque, si è voluto avere un confronto chiaro con il commissario Zambon e le forze sindacali. «Noi oggi abbiamo bisogno di informazioni certe – ha detto il sindaco Rocchino Muliere– e capire quale è il piano industriale. Inoltre dobbiamo andare dal Ministro Urso con una posizione univoca.».

Il settore acciaio priorità strategica

Nel corso dell’incontro, il direttore Zambon ha sottolineato come il settore dell’acciaio sia una priorità strategica per la Nazione, ribadendo l’impegno per la sicurezza e la dignità del lavoro.

Il Governo ha inoltre confermato la centralità dell’amministrazione straordinaria quale strumento per il rilancio, con un investimento di 200 milioni di euro destinati all’ammodernamento degli impianti e alla messa in sicurezza delle linee produttive.

«La priorità assoluta per la Regione Piemonte sono le persone: i lavoratori, le loro famiglie e l’indotto – hanno dichiarato Cirio, Chiorino e Bussalino –. È nostro dovere presidiare ogni tavolo utile a tutelare l’occupazione, in piena sinergia con il territorio e con il Governo nazionale. Per questo, ribadiamo la necessità di una visione nazionale coerente, capace di garantire un futuro al comparto siderurgico e alle comunità coinvolte e ringraziamo il Governo per l’importante lavoro che sta portando avanti in questa fase.»

La situazione allo stabilimento di Novi

Allo stabilimento di strada Boscomarengo la preoccupazione è altissima, i livelli occupazionali sono diminuiti drasticamente, come denunciato dai sindacati, si è passati da 700 unità alle attuali 550. La produzione è ferma dalla metà di luglio e proseguirà fino ai primi di settembre per manutenzione, ma i timori che anche il prossimo mese non si torni a regime sono molti.

«La situazione è drammatica», denunciano a gran voce i sindacati. Il rappresentante della Fiom riguardo alla forza lavoro ha sottolineato che «molte persone sono andate via perchè sono riuscite a trovare un altro lavoro. Ora la produzione è a zero, l’attività ripartirà a settembre, dal 14 luglio lo stabilimento è fermo. Ma siamo in allarme perchè non abbiamo certezza che a settembre si riparta». Il commissario Zambon ha parlato dell’ipotesi di realizzare un forno elettrico a Genova ma intanto si lavora solo con l’alto forno di Taranto. «A settembre – ha sottolineato Moreno Vacchina della Rsu- ci sarà in attivata solo l’alto forno di Taranto e oggi il materiale si ferma a Genova. Lo stabilimento di Novi da dopo le ferie fino a fine anno avrà difficoltà a lavorare e si prospetta un 2026 di sofferenza per i lavoratori. Nel caso in cui si arrivasse ad avere il forno elettrico a Genova i due milioni di tonnellate di materiale saranno, comunque, insufficienti per gli stabilimenti di Genova e Novi. »

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