L’Intelligenza Artificiale entra in fabbrica
Quali tecnologie possono aiutare la produzione e la logistica a migliorare le condizioni del lavoro?
Seguendo i telegiornali e sfogliando le pagine di cronaca, non c’è giorno in cui non si registri un incidente sul lavoro. Una caduta da un’impalcatura, un piede sotto una pressa, un errore umano che, l’uno sommato all’altro, compone il puzzle di un mondo del lavoro che pare affrontare, impreparato, le sfide della modernità. Eppure vi sono sensori, videocamere, DPI, procedure. E ora anche l’intelligenza artificiale, che sta facendo il suo ingresso nei cantieri, nei magazzini e nelle fabbriche.
Di recente, Google ha migliorato la sua tecnologia di riconoscimento delle immagini al punto da permettere di rilevare in automatico se un operaio indossa o meno il casco, i guanti, gli occhiali protettivi, associando un’etichetta che un sistema di videocamere può leggere e trasformare in un alert immediato. Niente più controlli a campione: ogni fotogramma diventa una segnalazione.
L’Intelligenza Artificiale per la produzione
Nelle fabbriche, la Computer Vision si sta integrando con le videocamere esistenti, insegnando agli algoritmi a riconoscere non solo comportamenti pericolosi, ma anche le condizioni in cui un prodotto è realizzato. Strumenti come Teaching Machine, aziende come la piemontese Focoos o servizi come Roboflow permettono di addestrare modelli di riconoscimento visivo utili per monitorare la qualità della produzione in tempo reale, individuare anomalie, prevedere scarti.
Il Machine Learning, poi, può supportare anche aziende più piccole, purché digitalizzate, nell’ottimizzare l’impiego delle risorse in un processo produttivo. L’intelligenza artificiale, però, non decide nulla da sola: se vogliamo che la fabbrica del futuro sia più sicura, non basterà installare videocamere più intelligenti. Dovremo prima renderlo un obiettivo condiviso, così da non trasformarle in uno strumento di pura sorveglianza.