Alessandria, sciopero generale: «Basta morti sul lavoro»
ALESSANDRIA - Questa mattina, giovedì 11 aprile, si è svolto lo sciopero generale indetto da Cgil e Uil. Ad incrociare…
TORINO – Nei primi sei mesi del 2025 si sono registrate 40 morti sul lavoro in Piemonte, con un incremento del 37,9% rispetto allo stesso periodo del 2024, quando i decessi erano stati 29.
A rilevarlo è l’Osservatorio Sicurezza sul Lavoro e Ambiente Vega Engineering, che segnala anche un indice di incidenza regionale superiore alla media nazionale: 15,6 vittime per milione di occupati contro una media italiana di 15,1.
Secondo la mappatura del rischio elaborata dall’Osservatorio, il Piemonte torna in zona arancione, dopo un breve passaggio in zona gialla, a causa dell’aumento degli infortuni mortali in occasione di lavoro, che passano da 23 a 29 (+26,1%).
Altri 11 decessi sono avvenuti in itinere, ovvero nel tragitto casa-lavoro, contro i 6 dello scorso anno, segnando un incremento dell’83,3%.
“Un dato preoccupante non solo per l’aumento assoluto delle vittime – commenta il presidente Mauro Rossato – ma anche per la loro incidenza rispetto alla popolazione lavorativa, che evidenzia un rischio strutturale sul territorio regionale”. La provincia di Torino guida la classifica delle morti sul lavoro in Piemonte con 14 decessi, seguita da Cuneo (7), Verbano Cusio Ossola (3), Alessandria e Novara (2) e Asti (1). Nessuna vittima segnalata invece a Biella e Vercelli.
In termini di indice di rischio (decessi per milione di occupati), la situazione più grave si registra nel Verbano Cusio Ossola (44,3), seguito da Cuneo (26,7), Torino (14,6), Novara (12,7), Alessandria (11,5) e Asti (10,8).
Tra le 29 vittime in occasione di lavoro, la fascia d’età più colpita è quella tra i 55 e i 64 anni, con 14 decessi, seguita dalla fascia 45-54 anni con 6 vittime. Un dato che conferma la maggiore vulnerabilità dei lavoratori più anziani.
L’indice di incidenza degli infortuni mortali misura i decessi in rapporto al numero di occupati su base territoriale. Si tratta di un parametro che consente di confrontare i dati indipendentemente dalla dimensione della forza lavoro, fornendo una valutazione oggettiva del rischio.
Secondo la classificazione dell’Osservatorio:
Zona bianca: rischio inferiore al 75% della media nazionale
Zona gialla: tra il 75% e la media nazionale
Zona arancione: tra la media e il 125%
Zona rossa: oltre il 125%
Nel 2025, il Piemonte rientra in zona arancione, con due province in zona rossa (Cuneo e Verbano Cusio Ossola), tre in zona gialla (Torino, Novara, Alessandria), e tre in zona bianca (Asti, Biella e Vercelli).
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