San Lorenzo: la magia delle stelle cadenti
Cieli illuminati e antiche celebrazioni, come la storica festa di Firenze
C’è una notte, nel cuore dell’estate, in cui milioni di sguardi si alzano verso il cielo.
È la Notte di San Lorenzo, quando il buio si riempie delle scie luminose delle Perseidi e l’aria profuma di desideri sussurrati. Da secoli, questa data unisce fede, mito e scienza, trasformandosi in un appuntamento che attraversa l’Italia intera, da nord a sud, con riti e usanze locali.
Notte di San Lorenzo: tra fede e leggenda
Il nome richiama San Lorenzo, martire cristiano del 258 d.C., le cui “lacrime” la tradizione vuole trasformate nelle stelle cadenti di agosto.
E la spiegazione scientifica è altrettanto affascinante. Il fenomeno infatti, è dovuto ai frammenti lasciati dalla cometa Swift-Tuttle, che entrando nell’atmosfera terrestre si incendiano, dando vita allo spettacolo delle Perseidi.
Se in tutta Italia la Notte di San Lorenzo è attesa, a Firenze diventa un rito collettivo. In Piazza San Lorenzo, ogni anno, la festa patronale si trasforma in una grande cena popolare gratuita: piatti di pasta al ragù, yogurt fresco, panna montata e cocomero si distribuiscono a centinaia di persone, grazie ai volontari e ai commercianti del quartiere. È un momento di incontro che unisce cittadini e turisti in un’atmosfera calda e conviviale.
La leggenda della bistecca
E proprio a una Notte di San Lorenzo fiorentina del 1565 si lega una delle leggende gastronomiche più gustose: l’origine della parola “bistecca”. Quella sera, in piazza, un intero bue veniva arrostito per festeggiare un matrimonio tra nobili, quando alcuni viaggiatori inglesi, stregati dall’aroma della carne, esclamarono “beef-steak!”. Da lì, il termine si italianizzò in “bistecca”, diventando un vanto culinario della città. Un’altra versione vuole che a offrire il vitello arrostito fossero stati i Medici, trasformando la festa in un evento per tutta Firenze.
Durante la Notte di San Lorenzo, ogni stella cadente diventa un’occasione per esprimere un desiderio, mentre la tradizione contadina la segnava come data cruciale per i cicli agricoli. Oggi, più che mai, resta un invito a spegnere le luci, sdraiarsi all’aperto e lasciarsi stupire da uno spettacolo che unisce scienza, fede e un pizzico di magia.