Logistica in Piemonte: i 'dem' Ravetti e Rossi attaccano la Giunta Cirio
ALESSANDRIA – Una legge per governare il proliferare degli insediamenti logistici in Piemonte e trasformare la regione in un polo…
ALESSANDRIA – Il Partito Repubblicano Italiano, attraverso la sezione provinciale “Ferruccio Parri”, lancia un allarme sull’orientamento economico della città, sottolineando le conseguenze negative della logistica come strategia di sviluppo per il territorio.
In una lunga lettera aperta indirizzata a sindaci, dirigenti di partito, stampa locale e cittadini, viene espressa forte preoccupazione per la direzione intrapresa da Alessandria.
Secondo i Repubblicani, il polo logistico in progetto nella zona dello scalo ferroviario rappresenterebbe una minaccia per il tessuto sociale, economico e ambientale. In particolare, si critica l’occupazione di suolo utile per altre attività produttive e il tipo di occupazione generata, definita “ridotta e a basso livello economico”. L’esperienza di Amazon, citata come esempio negativo, dimostrerebbe la scarsa qualità dell’impiego prodotto da questo tipo di insediamenti.
“Niente di più errato, niente di più opprimente per lo sviluppo del territorio”, si legge nel documento, che definisce le conseguenze negative della logistica come un danno per il futuro della città.
Il documento propone una visione alternativa, fondata su ricerca scientifica, energie rinnovabili e sviluppo locale integrato. In particolare, viene indicata la possibilità di valorizzare l’idrogeno come vettore energetico, coinvolgendo università, politecnici, banche, aziende produttive e agricole. Un sistema, questo, che potrebbe invertire il trend migratorio dei giovani laureati e generare occupazione qualificata.
Si propone inoltre la creazione di un ente mostra stabile, in grado di ospitare eventi fieristici e culturali nei settori industriale, agricolo, artigianale e architettonico, favorendo così il rilancio economico su basi più solide e durature.
L’analisi dei Repubblicani è impietosa: desertificazione commerciale, chiusura di aziende, povertà crescente, abbandono del centro cittadino anche a causa dei costi elevati dei parcheggi. Tutto ciò viene letto come effetto di una mancata programmazione di lungo termine.
Tra gli esempi più emblematici della crisi si citano la chiusura della “Città del Latte”, la svendita di Alegas, e le condizioni difficili di Amag e Aral. Ma il vero problema, secondo il Pri, è l’assenza di una visione strategica, che porti a scelte di sviluppo strutturate e condivise.
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