Giovani e legalità: i campi estivi di Libera a Bosco Marengo
I ragazzi del primo campo, dal 27 luglio al 2 agosto
Società
Redazione  
19 Agosto 2025
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L’impegno

Giovani e legalità: i campi estivi di Libera a Bosco Marengo

Cascina Saetta ospita oltre 100 ragazzi nei campi “E!State Liberi!”: lavori sociali, testimonianze e memoria antimafia

BOSCO MARENGO – Un’estate di partecipazione, memoria e cittadinanza attiva.

È quella vissuta da oltre 100 giovani provenienti da diverse regioni italiane che, tra fine luglio e metà agosto 2025, hanno preso parte ai campi di impegno e formazione antimafia promossi da Libera a Bosco Marengo, in provincia di Alessandria.

I tre campi – parte della rete nazionale di “E!State Liberi!”, che ha coinvolto 160 località italiane – si sono svolti presso Cascina Saetta, un bene confiscato alla mafia e oggi restituito alla collettività grazie alla gestione dell’associazione Parcival, presieduta da Valentina Avvento.

Bosco Marengo: da paese infiltrato a presidio civile

Bosco Marengo è un esempio emblematico del riscatto possibile dei territori: in passato al centro delle cronache giudiziarie per i legami con la criminalità organizzata – in particolare le famiglie Fiandaca-Emmanuello e Madonia, mandanti dell’omicidio del giudice Antonino Saetta e del figlio Stefano – oggi è diventato un luogo simbolo del contrasto civile alle mafie.

La cascina, intitolata proprio ai due magistrati assassinati, sorge su un terreno confiscato alla criminalità organizzata. Accoglie ogni anno centinaia di giovani impegnati nel lavoro e nella formazione: una risposta concreta e collettiva alla cultura mafiosa.

Durante le tre settimane (dal 27 luglio al 16 agosto), i volontari hanno alternato attività pratiche e momenti di riflessione. Tra i luoghi coinvolti:

  • Cascina Saetta, per lavori di manutenzione agricola e recupero ambientale;

  • la sede della Riserva naturale del Torrente Orba;

  • l’Enpa (Protezione Animali), con interventi logistici e di cura degli spazi;

  • il complesso monumentale di Santa Croce, autentico gioiello architettonico che ha ospitato i giovani nell’ostello comunale.

Ma l’anima dei campi non è solo operativa: al centro del progetto c’è l’educazione alla memoria. I ragazzi hanno incontrato testimoni diretti della storia della lotta alla mafia, portatori di storie personali toccanti e spesso sconosciute ai più:

  • Paolo Setti Carraro, fratello di Emanuela, uccisa nel 1982 con il generale Dalla Chiesa;

  • Marcello Scaglione, nipote del magistrato Pietro Scaglione, assassinato nel 1971;

  • Cristina Caccia, figlia del giudice Bruno Caccia, ucciso dalla ‘ndrangheta;

  • Antonio Vassallo, primo fotoreporter giunto a Capaci dopo la strage;

  • Graziella Saetta, figlia del giudice Antonino, cui è dedicata la cascina.

Una rete solidale per il territorio

I campi hanno potuto contare sulla collaborazione di diverse realtà locali: Spi Cgil, Amici di Santa Croce, il Museo della Resistenza di Rocchetta Ligure, oltre alla già citata ENPA. Questo ha permesso di creare un ponte tra generazioni e tra culture, rafforzando il legame tra i giovani partecipanti e il tessuto sociale locale.

Durante il soggiorno, i ragazzi hanno anche organizzato tre flash mob pubblici ad Alessandria, Bosco Marengo e Novi Ligure, per rilanciare la campagna nazionale di Libera: “Fame di verità e giustizia”.

Il nodo dell’ostello: una struttura da salvare

Un nodo cruciale riguarda il futuro dell’ostello di Santa Croce, struttura fondamentale per l’accoglienza dei partecipanti. La convenzione con il Comune è prossima alla scadenza e non è ancora certo se verrà rinnovata.

«Stiamo cercando soluzioni alternative, ma speriamo di poter continuare a utilizzare l’ostello – ha dichiarato Andrea Vignoli, co-referente provinciale di Libera – perché chiudere questa esperienza significherebbe fare un regalo alle mafie».

Libera ha espresso gratitudine per la disponibilità mostrata dall’amministrazione comunale e ha manifestato l’intenzione di continuare il dialogo per tutelare una delle esperienze più significative del Nord Italia sul fronte dell’antimafia sociale.

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