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QUATTORDIO – La Vespa 125 come mezzo di trasporto, l’Ucraina come terra da raggiungere. E, come missione, il desiderio di documentare gli effetti della guerra.
Giuseppe E. Codrino è partito da Quattordio, con la dovuta apprensione, un po’ di adrenalina e amici ad attenderlo. E’ gente che, questo giovane intraprendente che non ama parlare di sé (semmai di quel che fa) ha conosciuto grazie a una rete di contatti maturata, ad esempio, facendo volontariato con la Croce Verde di Felizzano.
Le varie esperienze, comprese quelle con Emergency, gli sono ora utili per entrare a contatto con un Paese in gran parte devastato dal conflitto.
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Un Paese, poi, che continua a vivere con la paura, “anche se in realtà – ci racconta attraverso messaggi vocali – ormai qui ci hanno fatto il callo. Siamo noi stranieri a preoccuparci a ogni allarme. Alcuni ucraini, forse rassegnati, talvolta non scendono neppure nei rifugi”.
Certo è che la notte è il momento più critico, perché l’oscurità favorisce gli attacchi. “Se, mentre stai dormendo, ti squilla il telefono col messaggio d’allarme, un po’ di ansia ti viene per forza”.
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E’ stato a Kiev (“la capitale è abbastanza deserta”), a Kharkiv (“dove la scorsa notte hanno bombardato”), ieri ha raggiunto Odessa. A breve, sarà impegnato nel viaggio di ritorno.
Quello d’andata lo ha portato da Quattordio a Venezia, poi a Lubiana. E’ salito fino a Gyor, al confine tra Ungheria e Slovacchia. Qui ha parcheggiato la Vespa (che riprenderà per rincasare) e cercato passaggi per arrivare fino in Ucraina
“Nei pressi del confine – racconta – ero spaventato, ma il sorriso di un bambino che mi ha guardato da un furgone mi ha dato improvvisamente tranquillità. Era uno sorriso fuori contesto, nel senso che non me l’aspettavo in uno scenario del genere. Invece, spesso è come se la vita scorra normale. Però ho anche imparato che non bisogna fidarsi della calma degli ucraini, perché loro ormai sono abituati alla situazione…”.
Codrino (terzo da sinistra) con alcuni volontari italiani a Leopoli
Codrino (che cura il podcast ‘Woland’, organizza la manifestazione contro la violenza di genere ‘Un paese dialogante’, si occupa di letteratura e sogna di avviare un Club del libro) si è recato in Ucraina in questo periodo non a caso, ma per il desiderio di partecipare a un momento che sarebbe potuto risultare storico se Trump e Putin, in Alaska, si fossero accordati per un “cessate il fuoco”.
La trasferta ucraina è utile, come detto, per capire e, dunque, per realizzare documentari e raccontare, con immagini e parole, quel che sta avvenendo in un Paese, martoriato da più di tre anni.
‘Il Piccolo’, prossimamente, ospiterà le testimonianze di Codrino, nella certezza di offrire ai nostri lettori un interessante contributo.